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Benin- Processione dei vescovi Benin- Processione dei vescovi  

La Chiesa del Benin festeggia i trent'anni della Conferenza nazionale

Nel febbraio del 1990 con la Conferenza delle Forze Vive della Nazione iniziava un'era di rinnovamento democratico nel Paese africano che lo poneva a modello di altre esperienze continentali. Un momento dunque centrale che la Chiesa ha voluto celebrare in modi diversi ponendo l'accento, tra l'altro, sul valore della riconciliazione

Jean-Baptiste Sourou - Benin

Tre sono stati i momenti salienti con cui la Chiesa cattolica ha voluto ricordare e, soprattutto, richiamare alle coscienze quell’ «evento maggiore, fondatore, federatore e unico»  nella storia del Benin che fu la Conferenza nazionale delle forze vive. Trent’anni fa infatti, grazie a quell’incontro che riuniva  assieme in uno stesso luogo 493 delegati tra cui avversari e persino nemici politici, è stato scritto, come ricordano i vescovi, « un nuovo patto sociale, una nuova era, quella del rinnovamento democratico». Il Paese usciva così da 18 anni di regime militare marxista-leninista senza spargimento di sangue. Tutto ciò sotto la guida dell’allora arcivescovo coadiutore di Cotonou, monsigno Isidore de Souza, che i delegati avevano scelto per presiedere i lavori. Il Benin indicava così la strada ad altri Stati africani.

Le intenzioni della Chiesa

Infatti nell’omelia che ha tenuto durante la solenne concelebrazione eucaristica di rendimento di grazie nella ricorrenza dell’evento, venerdì 28 febbraio, il vescovo di Abomey, vice presidente e porta voce della Conferenza episcopale del Benin (CEB), monsignor Eugène Cyrille Houndékon, ha ribadito che «Tutto è stato reso possibile dal timor di Dio, il fervore spirituale, la ricerca della partecipazione di tutti all’edificazione della nazione rinascente e la tenace perseveranza per arrivare ad una cultura del consenso».  Il presule ha ancora ricordato l’importanza della riconciliazione, sottolineando che «nessuno è dispensato dalla necessità della riconciliazione, perché nobilita l’essere umano e eleva la sua dignità di figlia e figlio di Dio. «Questa necessità della riconciliazione , ha proseguito, riguarda gli individui, le comunità  e anche i  dirigenti degli Stati e le nazioni del mondo interoE oggi ancora, ha detto in conclusione,  il popolo del Benin, guadagnerebbe a tutti i livelli ad ascoltare sovente la chiamata costante di Dio alla riconciliazione».

Coro di fedeli in Benin durante le celebrazioni
Coro di fedeli in Benin durante le celebrazioni

A quella concelebrazione presieduta dal vescovo di Lokossa e presidente della CEB, monsignor Victor Agbanou, nella grande chiesa di Saint Michel di Cotonou hanno concelebrato tutti i vescovi del Benin e numerosi sacerdoti e ha partecipato una folla di fedeli tra cui politici e rappresentanti delle altre confessioni.

La preghiera e il digiuno

In preparazione alla ricorrenza è stata vissuta in tutto il Benin una novena di preghiera “per la coesione sociale, la democrazia e lo sviluppo del Benin”, il digiuno del Mercoledì delle Cenere e la messa nel giorno anniversario.

Le celebrazioni si sono poi concluse con una conferenza internazionale sul tema: “Conferenza nazionale del Benin, 30 anni dopo”. Durante quell’evento culturale e intellettuale, si è ripercorsa la strada fatta fin ad oggi in tutti i settori, insistendo sul fatto che i risultati (una democrazia pacifica e partecipativa, lo stato di diritto, il pluralismo politico, il rispetto delle libertà, la separazione dei poteri) e lo spirito (ricerca del consenso, perdono e riconciliazione) della Conferenza debbano continuare ad illuminare e guidare tutte le scelte politiche, economiche e sociali del Paese.

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03 marzo 2020, 15:20