Dalla Campania l’impegno delle ‘tessitrici di speranza’
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Aveva lasciato Caserta lo scorso anno, dopo 24 di missione. Da qualche giorno suor Rita Giaretta è tornata nella provincia campana per stare vicina alle sue ragazze, in questi tempi di emergenza da coronavirus. Sono le giovani strappate allo sfruttamento sessuale che hanno trovato riparo a Casa Rut, fondata nel 1995 da tre suore orsoline del S. Cuore di Maria scese da Vicenza e che, negli anni, ha accolto giovani donne migranti, sole o con bimbi, con alle spalle storie di sfruttamento o di fuga dalle guerre.
In tempi di coronavirus la New Hope è al servizio della società
E’ nel 2004 che suor Rita, attraverso Casa Rut, crea la cooperativa sociale New Hope, un laboratorio di sartoria etnica dalla cui costola nasce nel 2016, sempre a Caserta, il negozio, il NewHope Store. Una realtà in cui le donne migranti “possono riappropriarsi della propria dignità attraverso il lavoro”. “Per queste ragazze il laboratorio era come avere una luce davanti – racconta suor Rita – ritornavano ad essere protagoniste, mentre sulla strada erano schiave, ora invece potevano dare il meglio di sé”. Il Covid-19 ha spiazzato tutti. “Stavano a disagio – prosegue il racconto suor Rita – temevano che l’attività potesse chiudere, per sempre”. Poi la decisione di mettersi al servizio degli altri, con gli strumenti a loro disposizione, le macchine da cucire. E’ così che la cooperativa, assieme al Consorzio San Leucio Silk, dà il via alla creazione di mascherine di cotone sanificato e impermeabile, lavabili e riutilizzabili.
La produzione giornaliera è di 400 mascherine
“Le ragazze si stavano liberando dalle proprie paure – continua la religiosa – e hanno deciso di fare la loro parte, cucendo mascherine, una produzione che è arrivata a circa 400 pezzi al giorno”. “E’ un crescendo di motivazioni, le ho viste rifiorire, sono bellissime, contente, si produce tutti i giorni. A mezzogiorno, seguendo l’invito del Papa, ci si ferma e si prega il Padre Nostro, poi consegno alle ragazze il pensiero di Francesco alla Messa a Santa Marta, che io ascolto tutte le mattine”.
Seguendo Francesco, suor Rita resta accanto alle sue ragazze
La scelta di cucire mascherine è stata importante per le ragazze, ma anche per suor Rita, che sta assistendo ad una rinascita della sua New Hope, in un momento di così grave necessità. “Papa Francesco – conclude la suora – ha parlato a Casa Santa Marta dei sacerdoti e delle suore che non hanno dimenticato di appartenere al popolo, noi siamo parte del gregge, per questo la mia è una esperienza stupenda con queste ragazze, sono loro che mi danno coraggio. Insieme ce la possiamo fare, si sentono tessitrici di nuove speranze attraverso questo laboratorio e con la creazione di queste mascherine. Vogliono raggiungere i volti di tante persone per dire: dai, insieme possiamo tessere ancora speranza”.
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