I cristiani dell'Iraq: "Abbiamo bisogno di pregare con il Papa"
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Siamo uniti al Papa, ci stiamo preparando alla preghiera di questa sera e abbiamo in cuore tutti coloro che nel mondo stanno lottando contro la malattia: pazienti, medici, infermieri e volontari. In sintesi è questo lo stato d'animo con cui, dalla chiesa irachena dedicata a San Behnam e Sarah a Qaraqosh, rinata dalla distruzione dell'Isis, parla a Vatican News padre Georges Jahola.
Ogni giorno alle 11 la Santa Messa e poi alle 16.30 il Rosario sono trasmessi in diretta dal sito Facebook della radio diocesana: anche qui dunque la Chiesa si è adattata al rispetto delle direttive anti-contagio cercando con la creatività di mantenere unita la comunità dei fedeli. E così sarà anche stasera a partire dalle 18.00 in risposta alla chiamata del Pontefice ad ascoltare la Parola di Dio, adorare il Santissimo Sacramento e ricevere la Benedizione Urbi et Orbi, a cui sarà annessa l’indulgenza plenaria. Le piattaforme social faranno dunque sentire vicina Piazza San Pietro e un corpo e un'anima sola i cristiani del mondo :
R.- Noi cristiani in Iraq ci aggrappiamo a ogni appello di speranza che ci dà la possibilità di vivere la nostra fede in modo migliore,soprattutto quando l'appello viene dal Papa ed è un appello alla preghiera. Ci stiamo preparando per questo evento straordinario di stasera di cui sentiamo tanto il bisogno, siamo uniti al Santo Padre e saremo collegati attraverso i mezzi di comunicazione perchè ogni credente possa ricevere la Benedizione e l'Indulgenza plenaria del Santo Padre .
C'è qualcosa in particolare che avete in cuore e soprattutto quale augurio fate al mondo in questo momento così difficile?
R. - Umanamente parlando, questo morbo che si sta diffondendo nel mondo ci preoccupa molto sotto tanti punti di vista. Sia per la salute fisica sia per quella spirituale. Sembra che il male vinca. Eppure solo con la fede possiamo vincere questa crisi e con la preghiera costante. La rivolgiamo quindi in particolare a chi lavora nel settore sanitario. Il nostro augurio va soprattutto ai medici, agli infermieri, al volontariato che partecipa al soccorso della gente e auguriamo anche a chi soffre di questa malattia di avere una pronta guarigione.
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