Epidemia, la preghiera dei vescovi europei
Tiziana Campisi - Città del Vaticano
Una comune preghiera a Dio per chiedere aiuto, conforto e salvezza. A proporla, in questo difficile momento in cui tutti sono duramente messi alla prova dalla pandemia causata dal COVID-19, sono il Consiglio delle conferenze episcopali europee (Ccee) e la Commissione degli episcopati dell’Unione Europea (Comece).
La preghiera
“Dio Padre (…), che per amore nostro hai inviato tuo Figlio al mondo come medico delle anime e dei corpi, guarda ai tuoi figli che in questo difficile momento di sconcerto e smarrimento (…) si rivolgono a Te cercando forza, salvezza e sollievo” esordisce la preghiera dei presidenti dei due organismi, i cardinali Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, e Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo.
“Liberaci dalla malattia e dalla paura, guarisci i nostri malati – prosegue il testo dell’orazione – conforta i loro familiari, dà saggezza ai nostri governanti, energia e ricompensa a medici, infermieri e volontari, vita eterna ai defunti. Non abbandonarci nel momento della prova ma liberaci da ogni male”.
I vescovi uniti al Papa
Un comunicato informa che “i vescovi di tutta l'Europa si uniscono a Papa Francesco nel ribadire la vicinanza della Chiesa a tutti coloro che lottano a causa di questo focolaio: le vittime, le loro famiglie e tutti gli operatori sanitari, i volontari e i fedeli che sono in prima linea nella cura delle persone colpite per portare loro sollievo”. Ricordando che secondo recenti rapporti dell’Organizzazione mondiale della sanità, dal dicembre dello scorso anno, circa 130mila persone di 126 paesi del mondo sono risultate positive a Covid-19 e che si contano più di 4mila morti, il cardinale Bagnasco e il cardinale Hollerich invitano inoltre “tutte le persone, le famiglie e le comunità a pregare e a comportarsi in modo responsabile per evitare la diffusione del virus e proteggere la vita”, mentre “i segretariati di Ccee e Comece stanno adottando misure precauzionali per garantire la sicurezza e la salute del loro personale e dei loro partner”.
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