Una newsletter per i fedeli: cosa vuol dire "andrà tutto bene"
Andrea De Angelis – Città del Vaticano
La newsletter è uno strumento che chi legge queste pagine ha imparato probabilmente a conoscere da tempo. Nato per tenere informati in modo costante i lettori, talvolta finisce per essere fin troppo pressante, specie quando emergono fini commerciali. Quella di cui vogliamo parlarvi è però una newsletter che si pone innanzitutto in ascolto dei lettori. Un modo, in un periodo difficile come quello della pandemia di Covid-19, per far sentire la propria presenza a tutti e ciascuno. Nata su iniziativa di don Giacomo Pavanello, parroco della chiesa di San Giuseppe Cottolengo a Roma, ha presto superato i confini territoriali della parrocchia ed è ora richiesta da fedeli di diverse diocesi.
Le lettere
Prendiamo una lettera, quella di sabato 14 marzo, inviata dal parroco ai fedeli. “Ciò che realmente dona pace e serenità è la gioia di una relazione. È quando accanto a noi ci sono le persone importanti che allora sperimentiamo sentimenti di benessere spirituale ed esistenziale. C’è un modo diverso ora di manifestare la presenza e la vicinanza. Sant’Agostino direbbe che l’assenza è la nuova forma di presenza”. Nel testo, come si evince da questo passaggio, sono numerosi i riferimenti alla relazione, all'importanza di sentire una presenza. Questo vale per una telefonata, per un testo condiviso appunto, così come per una preghiera. “Noi abbiamo recepito l'invito del Santo Padre ad uscire dalla parrocchia per andare incontro alle persone, invito che si declina - spiega don Giacomo Pavanello nell'intervista a VaticanNews - con le indicazioni del Governo per la custodia e la tutela delle persone più fragili”. “Nel cercare una creatività nel nostro ministero pastorale - spiega - abbiamo pensato di dare vita ad una newsletter con cui inviare testi scritti a chi ne facesse richiesta”. L'iniziativa, come detto, è piaciuta. “Di fatto le richieste stanno arrivando dall'intero territorio nazionale, anche dall'estero. Si registra - afferma - il desiderio ed il bisogno delle persone a non sprecare questo tempo, a cogliere le opportunità che questa sfida di cui avremmo fatto volentieri a meno ci presenta”.
“Tutto concorre al bene per coloro che amano Dio”
Don Giacomo parla di un realismo di fondo che non può portarci a dire semplicemente che “tutto andrà bene”. “Faccio un po' fatica a dirlo, pensando a chi in questo momento fa turni massacranti per salvare vite, o alle tante famiglie che - ricorda - non hanno nemmeno la possibilità di piangere un loro caro”. La chiave di lettura giusta arriva allora da San Paolo, quel “tutto concorre al bene per coloro che amano Dio”. “Anche quelle cose che umanamente non vanno nel verso giusto - spiega il parroco romano - se vissute in una logica di fede, noi troviamo un significato nuovo ed imprevisto”. “La fede non ha una risposta per tutte le domande, ma una presenza per tutte le domande”, aggiunge, specificando che i lenzuoli con gli arcobaleni realizzati dai bambini restano comunque un qualcosa di importante e positivo, l'espressione di “un desiderio condiviso”.
La presenza
La presenza della fede, dunque, che prende forma attraverso l'ascolto, la preghiera, le telefonate. Attraverso il servizio di tanti giovani volontari che si mettono a disposizione dei fratelli e delle sorelle più fragili. “Molti anziani non possono collegarsi a Facebook, non hanno proprio una connessione internet. Per loro - afferma don Giacomo - è tanto importante ricevere una telefonata, sapere che qualcuno può andare in farmacia o al supermercato”. “Dinanzi ad una simile offerta di aiuto - dice - spesso non rispondono, si commuovono e si mettono a piangere. In questo modo rinsaldiamo le nostre relazioni”.
Altre iniziative
Nella newsletter il parroco presenta altre iniziative. “Come parrocchia - si legge - celebriamo la S. Messa in diretta streaming sulla Pagina Pubblica Facebook 'Parrocchia San Giuseppe Cottolengo Roma', dal lunedì al sabato alle ore 19.00 e la domenica alle ore 12.00”. Quindi la proposta giunta dalla Conferenza Episcopale Italiana: “Giovedì 19 marzo, alle ore 21.00, Solennità di San Giuseppe, accendete una candela alla finestra di casa e ritrovatevi per pregare assieme il Rosario, con i Misteri della Luce. O, in ogni caso, fermatevi assieme per ringraziare Dio e pregarlo assieme, chiedendo l’intercessione di San Giuseppe per questo momento così impegnativo”. Infine la segnalazione di un sito della Cei, chiciseparera.chiesacattolica.it, “che - scrive don Giacomo - è un aiuto per pregare da casa propria in questo periodo”.
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