Papa Francesco e i Vescovi della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti d'America Papa Francesco e i Vescovi della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti d'America 

USA: 21 e 22 marzo colletta nazionale per il Catholic Relief Service

Sostenere chi fa del bene: è lo scopo dell'iniziativa dei vescovi cattolici statunitensi che avrà per tema: “Aiuta Gesù nascosto”. I fondi raccolti verranno destinati a sei organismi cattolici, ciascuno con competenze specifiche

Isabella Piro - Città del Vaticano

Soccorso e reinsediamento per le vittime di persecuzioni, guerre e disastri naturali; progetti di sviluppo in favore dei poveri; servizi di consulenza legale per i migranti; promozione della pace e della riconciliazione: sono questi gli ambiti in cui opera il Catholic Relief Service (Crs), l'agenzia umanitaria internazionale della comunità cattolica negli Stati Uniti. Ed è per sostenere il suo operato che la Chiesa locale ha indetto, per il 21 e 22 marzo, una colletta nazionale.

"I vescovi cattolici statunitensi – si legge sul loro sito web - sostengono fermamente il Crs nel suo impegno a promuovere e difendere la dignità e la sacralità di ogni vita umana dal concepimento fino alla morte naturale, e in ogni momento intermedio". La colletta avrà per tema “Aiuta Gesù nascosto”; i fondi raccolti verranno destinate a sei organismi cattolici, ciascuno con competenze specifiche (sviluppo, migrazioni, legalità, giustizia e pace, emergenze ed evangelizzazione).

Fondato nel 1943, il Crs ha raggiunto, in questi anni, risultati molto positivi, grazie al suo operato: ad esempio sempre il sito Internet dei vescovi statunitensi riporta la testimonianza di Sophie, una donna vedova del Burkina Faso che, con agli aiuti ricevuti, è riuscita ad avviare un servizio mensa all’interno del suo villaggio, riuscendo a creare uno stile di vita sostenibile non solo per se stessa, ma anche per il resto della sua comunità. Il Crs, inoltre, è al fianco dei cristiani e delle minoranze religiose vittime di gruppi estremisti, con avvenuto con l’Is in Medio Oriente. Basti quindi citare l’esempio di una famiglia irachena che, grazie all’aiuto ottenuto, è riuscita a fuggire in Indonesia e poi, da lì, ad iniziare una nuova vita in Massachusetts, lontano dalle violenze

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07 marzo 2020, 11:10