Argentina, SeamosUno: iniziativa interreligiosa per chi soffre di più la crisi
Anna Poce - Città del Vaticano
L’iniziativa cerca di raggiungere chi era in emergenza prima del virus e chi vi è entrato a causa del virus. "Ci troviamo di fronte a uno tsunami – ha spiegato Rodrigo Zarazaga, direttore del Centro di indagine e azione sociale (CIAS) - di cui non conosciamo le dimensioni dell'onda che ci colpirà. Siamo angosciati dall'incertezza sia per gli effetti del virus che per la crisi economica. Quell'angoscia sta aumentando nelle famiglie che non hanno mangiato oggi e non sanno se mangeranno domani e in quelle che temono per i prossimi giorni".
È il momento di “capire che il Paese è una costruzione collettiva – ha aggiunto Zarazaga - e supporre che tutti i leader devono contribuire. Questo non è il momento di sottrarsi alle responsabilità, ma il momento in cui tutti noi dobbiamo essere Uno”.
La gratitudine del Paese
Gli organizzatori della campagna di solidarietà, di cui fanno parte, fra gli altri, il CIAS, la Caritas e il Banco Alimentare, invitano a collaborare, con un obiettivo: "Insieme possiamo farcela e raggiungere 4 milioni di famiglie. L'Argentina è grata". Tutte le associazioni religiose, le imprese, le ong, chi fa parte del governo, sono uniti nell’aiutare ad assemblare ogni scatola e nel contribuire con le risorse necessarie e il loro sostegno affinché l’iniziativa cresca sempre di più.
Chiunque voglia contribuire alla campagna può farlo con una donazione attraverso il sito web www.seamosuno.com.ar. Con mille pesos sarà possibile costruire una scatola, la cui distribuzione inizierà tra meno di due settimane e continuerà fino a raggiungere o superare il milione di scatole.
#SeamosUno supervisiona la raccolta, l'acquisizione dei prodotti, il controllo delle scatole alimentari e dei processi di consegna, gestiti da Deloitte, E&Y, KPMG e PWC, tutte aziende rinomate che garantiscono la trasparenza del processo e fanno parte dell'iniziativa.
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