La Cei: preservare la salute di tutti è un interesse primario
Alessandro Guarasci - Città del Vaticano
“Il dialogo con le Istituzioni governative è quotidiano e all’insegna di una collaborazione leale. Da lunedì avremo la possibilità di celebrare le esequie”. Lo afferma il Segretario generale della Cei, monsignor Stefano Russo, in un’intervista ai media della Conferenza Episcopale Italiana, in merito al protocollo per le celebrazioni religiose. Ricordiamo che queste sono state sospese per la pandemia di coronavirus Covid 19.
Protocollo sulle celebrazioni eucaristiche. Le parole del Papa cifra essenziale
Monsignor Russo afferma che si sta lavorando “da un paio di settimane su un protocollo per le celebrazioni eucaristiche, che minimizzi al massimo il rischio del contagio: preservare la salute di tutti deve essere un interesse primario”. E sulle parole del Papa che, nella Messa a Casa Santa Marta aveva invitato “alla prudenza e all’obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni”, il Segretario generale della Cei dice che “le parole del Santo Padre sono la cifra essenziale per il cammino da compiere da qui alle prossime settimane. In quelle parole non c’è contrapposizione con la Chiesa italiana: il Papa sostiene da sempre e con paternità il nostro agire. La Chiesa ha un’armonia polifonica, non contrapposta nelle sue voci, ma unita dalla comunione e dall’umanità. Non tenere conto della prudenza e dell’obbedienza alle disposizioni significherebbe essere ciechi e decontestualizzati rispetto al vissuto di tristezza e dolore con cui stiamo ancora facendo i conti. Nascono da questa passione per l’umanità anche le parole dei vescovi italiani. Nessuna fuga in avanti, dunque; né tanto meno irresponsabilità verso le regole o strappo istituzionale. Il confronto e il dialogo con le Istituzioni governative - anche in qualche passaggio dai toni forti - non è mai venuto meno, all’insegna di una reciproca stima”.
Ci presentiamo a Maria e affidiamo a Lei questo tempo
Domani la Chiesa affida il Paese a Maria, e su questo monsignor Russo sottolinea che è “un affido che giunge dopo un periodo doloroso, in cui tante persone hanno vissuto nella preghiera questa fase così complicata e difficile. Maria è colei che si fida e si affida al Signore, crede nonostante tutto all’amore di Dio: vogliamo presentarci a Maria e affidare a lei questo tempo, le nostre passioni, la volontà di camminare con lei e come lei verso il Signore. È l’affido di tutte quelle persone che si sono spese per gli altri - pensiamo agli operatori della sanità - di tante famiglie che vivono situazioni di sofferenza o hanno visto lutti. È l’affido anche del mondo del lavoro, tra i più colpiti: il 1° maggio è la memoria di San Giuseppe lavoratore, sposo di Maria. È un affido dell’intero nostro Paese”.
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