Valentinetti: grazie alla CEI una protezione forte per i più fragili
Marina Tomarro - Città del Vaticano
“Questo sostegno per noi tutti è un importante riconoscimento, perché certifica ancora una volta la qualità dell’operato della Fondazione, che va ben oltre i confini regionali, dove è già apprezzato da migliaia di pazienti e famiglie”. Così monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo della diocesi Pescara-Penne ha commentato la scelta della Conferenza episcopale italiana, di inserire la Fondazione Paolo VI di Pescara, di cui è presidente, tra le strutture meritevoli di sostegno economico come eccellenza sanitaria nazionale per l’emergenza coronavirus.
Un sostegno destinato alle realtà più a rischio
La Fondazione, nata nel 1977, è tra le realtà più importanti nell’ambito delle strutture socio-sanitarie per il Centro Italia, e vi lavorano 380 operatori. Il contributo destinato dalla CEI, supporterà in particolare le esigenze delle tre case di riposo, di un centro per malati quasi terminali con 50 posti e un centro residenziale per persone diversamente abili. “Nei nostri centri – spiega monsignor Valentinetti – cerchiamo di dare una grande attenzione ai nostri pazienti. In questo momento di emergenza sanitaria, abbiamo dovuto chiudere alcune strutture, e in quelle rimaste aperte abbiamo utilizzato dei rigorosi sistemi sanitari, per proteggere queste persone già molto fragili. L’ingresso è stato consentito solo al personale sanitario, evitando ogni contatto con l’esterno”.
Una maggiore sanificazione degli ambienti
Questo sostegno servirà anche a rafforzare la protezione di questi luoghi. “Faremo in modo – continua il presidente della Fondazione – di aumentare la sanificazione e la sterilizzazione degli ambienti e delle divise del personale, in modo da consentire la massima sicurezza per tutti”. Una particola attenzione viene riservata ai ragazzi con spettro autistico “Con loro – racconta il presule – dobbiamo cercare di ripartire il prima possibile. Per aiutarli a non sentire troppo questo distacco, intanto, ci stiamo organizzando con i loro fisioterapisti, per collegamenti web, in modo da non interrompere del tutto il cammino iniziato”.
La situazione del coronavirus nella diocesi
La diocesi sta vivendo una situazione complicata a causa del coronavirus. “Purtroppo ci sono due zone rosse – spiega monsignor Valentinetti – una nell’area di Penne e l’altra in zona Val Fino. In quest’ultima la situazione è preoccupante. Molte persone sono in quarantena e ci sono stati diversi decessi a causa del virus”. Fondamentale è il supporto della Chiesa locale. “Tanti parroci stanno cercando di aiutare come possono – sottolinea l’arcivescovo – In particolare monitorando famiglie con situazioni a rischio. Inoltre un grande aiuto lo sta dando la Caritas e tutte quelle associazioni caritative del nostro territorio, non lasciando solo chi è nel bisogno, ma dando loro un pasto caldo e anche un tetto dove dormire se non sanno dove andare”. Anche l’arcivescovo è sempre vicino a chi soffre. “Ho scritto diverse lettere agli operatori sanitari per ringraziarli di quello che fanno. È un momento duro ma non dobbiamo avere paura, il Signore ci è accanto".
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