Covid19. I sacrifici del clero filippino per aiutare i più poveri
Anna Poce - Città del Vaticano
Da quando il virus ha iniziato a diffondersi nella comunità e le Messe pubbliche sono state cancellate, le parrocchie hanno cominciato ad aiutarsi a vicenda. “Chi ha risorse - ha fatto sapere il vescovo Broderick Pabillo, amministratore dell'arcidiocesi di Manila - aiuta chi non ne ha abbastanza". Ma la paura riguarda il futuro e cioè, fino a quando potranno andare avanti senza ricevere i contributi dei parrocchiani, dovendo sostenere il proprio personale e dando da mangiare ai poveri della zona.
I sacrifici di vescovi e clero per i più poveri
Anche la diocesi di Balanga, colpita dalla pandemia, non ha smesso di continuare ad aiutare i bisognosi. Il vescovo Ruperto Santos e il clero locale hanno donato le loro indennità mensili per aiutare a sostenere gli stipendi del personale. La stessa diocesi, inoltre, ha rinunciato per due mesi a riscuotere gli affitti dei propri immobili.
Il dovere di dare il propdio contributo
Il vescovo Gerardo Alminaza, di fronte alla diminuzione delle entrate, al bisogno di tante opere di carità e volendo evitare il licenziamento dei dipendenti "per non aggravare il problema della disoccupazione nella popolazione”, ha invitato le parrocchie della diocesi di San Carlos a ridurre al minimo le spese. "Se necessario - ha detto il vescovo Alminaza - riorganizzeremo o riprogrammeremo il nostro personale per affrontare nuovi lavori a cui la recente situazione ci chiama". Il Consiglio dei Laici delle Filippine, Laiko ha fatto appello ai cattolici, affinché continuino a dare il loro contributo, in quanto "dovere importante e fondamentale" di tutti i membri della Chiesa.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui