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India, Bombay: la risposta degli ospedali cattolici alla pandemia

Prendersi cura di tutti i malati, senza discriminazione alcuna: è quanto hanno fatto e stanno facendo gli ospedali cattolici dell’Arcidiocesi di Bombay, in India, in questo tempo di pandemia da coronavirus, offrendo costantemente assistenza e trattamenti efficaci a tutti i bisognosi di aiuto

Isabella Piro - Città del Vaticano

Pandemia e cura senza confini e distinzioni: è il lavoro che in India stanno facendo i cattolici dell’Arcidiocesi di Bombay . Un esempio lampante di tale impegno è l’Ospedale della Santa Croce di Kalyan, dedicato specificamente alla cura dei pazienti affetti da Covid-19. “La struttura – si legge sul sito web dell’Arcidiocesi di Bombay – ospita attualmente 31 pazienti positivi al virus, che vengono curati gratuitamente”. Oltre alle medicine, spiega Suor Marshan Rodrigues, superiora del nosocomio, sono stati distribuiti anche “elementi essenziali come cibo, kit igienico-sanitari e dispositivi di sicurezza personale, tra cui le mascherine”. “Gli ospedali cattolici di Bombay – afferma il vescovo diocesano ausiliare, Monsignor Allwyn D'Silva – sono stati proattivi nel rispondere alla popolazione nel momento del bisogno, in stretta collaborazione con il governo. Nessuna struttura si è tirata indietro”. Lo stesso dicasi per il nosocomio “Santa Elisabetta”, a sud di Bombay, che si è occupato di fornire cibo ai più poveri della zona, restando a fianco dei pazienti terminali e dei migranti provenienti da altri Stati dell’India. Le cure per i più indigenti, colpiti dal coronavirus, sono state somministrate gratuitamente. L'ospedale ha offerto, inoltre, supporto psicologico ai pazienti risultati positivi al Covid-19, così come alle loro famiglie.

Sicurezza, cura e sostegno 

Un altro esempio virtuoso è quello del Centro sanitario “Sacra Famiglia” a Branda, ad ovest di Bombay: il 15 aprile, infatti, la struttura ha istituito uno specifico padiglione dedicato alla cura dei malati di coronavirus ed ha modificato i suoi reparti per accogliere 19 pazienti risultati positivi. Questi posti-letto si sono aggiunti agli otto già presenti nel reparto di isolamento e ai nove disponibili nell’unità di terapia intensiva. Inoltre, il 15 marzo, all’esterno dell’ospedale, è stata aperto un centro di prima accoglienza per i pazienti con febbre, tosse e raffreddore, così da facilitarne la diagnosi in tutta sicurezza, prim’ancora di entrare nella struttura principale.

E ancora: l’ospedale “Stella Maris” di Bhayandar, oltre a curare i pazienti di Covid-19, ha mantenuto aperto il suo ambulatorio per i malati cardiopatici e non ha dimenticato le donne incinte, distribuendone gli appuntamenti in altri ospedali per accelerare i tempi delle loro visite specialistiche. Il nosocomio ha fornito, inoltre, cibo ai bisognosi ed aiuti ai migranti che necessitano di completare le formalità burocratiche per raggiungere il proprio domicilio. In totale, sono state un migliaio le famiglie che hanno beneficiato degli aiuti offerti dall’ospedale.

“Gli ospedali cattolici e gli operatori sanitari dell'arcidiocesi di Bombay hanno combattuto senza sosta contro il coronavirus, salvando vite ogni giorno – conclude la nota dell’Arcidiocesi - Medici e infermieri della nostra comunità lavorano 24 ore su 24 mettendo a rischio la loro vita e, ancora una volta, ci dimostrano che il servizio all'umanità è servizio a Dio”.

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25 maggio 2020, 13:58