Morto padre Adolfo Nicolás, ex preposito generale dei gesuiti
Amedeo Lomonaco - Città del Vaticano
“Per servire Dio e gli altri bisogna dare tutto: questa è l’essenza della vocazione dei gesuiti e questo è quello che crea profondità nelle relazioni”. Con queste parole padre Adolfo Nicolás, ammalato da diversi anni, descriveva la missione dei gesuiti. In un messaggio di cordoglio, il preposito generale della Compagnia di Gesù, padre Arturo Sosa Abascal, sottolinea che quella di padre Nicolás è stata "una vita segnata da un intenso servizio, da una calma disponibilità e da una profonda capacità di inculturazione in Giappone, dove è giunto ancora giovane gesuita. Ha incontrato una cultura che egli ha amato profondamente e a cui ha consegnato se stesso".
Uomo di grazia e sapienza
"Il suo tempo come generale - spiega padre Sosa - è stato caratterizzato dal suo senso dell’umorismo, dal suo coraggio, dalla sua umiltà, dal suo stretto rapporto con il Papa Francesco". “Egli sarà grandemente rimpianto da tutta la Compagnia come un uomo di grazia e sapienza, semplice, umile e dedicato”.
Universalità e profondità
In una lettera indirizzata alla Compagnia, padre Sosa aggiunge: "Non dimenticheremo mai due parole che padre Nicolás ripeteva costantemente e che sono state per noi di ispirazione nel rinnovamento della Compagnia: 'universalità' (della nostra vocazione emissione) e 'profondità' (spirituale e intellettuale, nell’ambito delle nostre missioni)".
Nato a Villamuriel de Cerrato, in Spagna, il 29 aprile del 1936, padre Nicolás si è laureato all'Università Gregoriana. È entrato nel 1953 nel noviziato di Aranjuez della provincia Toletana. Il suo percorso formativo e pastorale è legato in modo speciale all’Asia e al Giappone. Dopo la Licenza in Filosofia, in Spagna studia teologia a Tokyo dal 1964 al 1968. Proprio nella capitale nipponica, viene ordinato sacerdote nel 1967. Nel 1971 consegue un master in Teologia sacra e insegna poi professore di Teologia Sistematica alla Sophia University di Tokyo. Dal 1978 al 1984 riceve l’incarico di direttore dell'Istituto Pastorale di Manila, nelle Filippine. Dal 1991 al 1993 è rettore dello Scolasticato di Tokyo. Dal 1993 al 1999 è il provinciale della Provincia dei gesuiti del Giappone. Viene eletto trentesimo superiore generale il 19 gennaio 2008, succedendo all'olandese padre Peter Hans Kolvenbach. Dal 14 ottobre 2016, il nuovo preposito della Compagnia è il gesuita venezuelano, padre Arturo Sosa Abascal.
La Compagnia non è una Chiesa nella Chiesa
A conclusione della 35.ma Congregazione generale della Compagnia di Gesù, il 15 marzo del 2008 padre Adolfo Nicolás ricordava con queste parole la missione dei gesuiti. Queste alcune delle sue riflessioni nell’intervista rilasciata alla Radio Vaticana a Roberto Piermarini e Marco Bellizi:
“Come Congregazione - aveva detto padre Nicolás - ci siamo impegnati a riflettere sul nostro rapporto di servizio al Papa; abbiamo riflettuto ed abbiamo redatto questa dichiarazione nella quale riaffermiamo che il nostro carisma è un carisma di servizio nella Chiesa. Non siamo una Chiesa parallela e non siamo una Chiesa nella Chiesa: siamo parte della Chiesa, un piccolo gruppo che cerca di servire. Abbiamo voluto riaffermare questo. Questo è essenziale nella nostra vocazione. Quindi, naturalmente abbiamo voluto riaffermare la comunione con il Pontefice. Perché l’abbiamo fatto così esplicitamente? Perché qualcuno nella Chiesa si pensa che noi non siamo così leali, così obbedienti. Credo che questo sia inevitabile. Per me non è un problema che la gente pensi così. Sarebbe un problema se questo corrispondesse al vero”.
Identikit dei gesuiti
Nell'intervista concessa alla Radio Vaticana nel 2008, anno della sua elezione come preposito generale, padre Nicolás aveva anche ricordato "l'identikit dei gesuiti": "L’immagine, l’identikit dei gesuiti, che noi pensiamo e desideriamo, è l’immagine di uomini consapevoli di essere chiamati a una missione difficile. È diventato più difficile per la Chiesa oggi essere nel mondo, dialogare con il mondo e rispondere alla chiamata del Papa che si attende che siamo uomini che andiamo alle frontiere: le frontiere della cultura, della scienza, dell’ateismo, delle altre religioni, tutte le frontiere. Allora diventare gesuita – è sempre stato difficile – ma oggi lo diventa ancora di più. È una missione difficile per la quale c’è bisogno di una totale disponibilità e poi di una nuova e impegnativa mobilità".
Apostolato intellettuale
In un altro passaggio dell’intervista del 2008, padre Nicolás si sofferma sull’apostolato intellettuale: "A me personalmente piace riformulare il lavoro intellettuale in termini di profondità. Non è soltanto ricerca, non si tratta soltanto di scrivere libri, non è soltanto il fatto di lavorare in una università, ma è necessario andare in profondità, in tutte le questioni. Il mio pensiero è che, ovunque siamo, dobbiamo agire in profondità: che sia in una parrocchia o in un altro lavoro pastorale, in un collegio di educazione primaria o secondaria o in un centro di spiritualità, ovunque noi siamo dobbiamo andare in profondità. Uno dei problemi più grandi della Chiesa, è quello della pastorale. Manca spesso la profondità, manca la capacità di offrire ai laici possibilità per poter crescere. Nella Compagnia pensiamo che questo richieda sempre un lavoro intellettuale, quello cioè di andare alla frontiera della persona, al suo cuore, alla sua crescita, al dialogo con la cultura e al modo in cui la cultura entra nella vita stessa dei cristiani. Questo è un campo importante. Coloro che possono farlo devono entrare nell’educazione terziaria, nell’università, e nell’università riuscire ad entrare in dialogo con i rispettivi esperti del mondo secolare, per trovare un’umanizzazione della scienza, nei diversi campi”.
Preghiera scritta da padre Nicolás
Il modo migliore per ricordare padre Adolfo Nicolás, scrive nella lettera rivolta a tutta la Compagnia padre Arturo Sosa, è, forse, mediante “una breve preghiera, scritta di suo pugno, in italiano, dopo un corso di Esercizi di otto giorni con il suo Consiglio Generale nel 2011”. La versione originale della preghiera dice:
“Signore Gesù, Non sappiamo quali debolezze tu abbia visto in noi che ti hanno fatto pensare di chiamarci, nonostante tutto, alla tua missione. Ti ringraziamo per questa chiamata, e ti ricordiamo che hai promesso di essere con noi fino alla fine dei tempi. Abbiamo a lungo sperimentato di lavorare invano tutta la notte, forse perché abbiamo dimenticato che Tu sei con noi. Ti preghiamo di essere presente nella nostra vita e nel nostro lavoro oggi, e domani, e nei prossimi tempi. Riempi la nostra vita, che vogliamo offrire al tuo servizio, con il tuo Amore. Svuota il nostro cuore da tutto quello che è soltanto ed egoisticamente “nostro”, “mio”, senza compassione e senza gioia. Illumina la nostra mente e il nostro cuore. E non dimenticare di farci ridere quando le cose non vanno come noi volevamo. Fa’ che alla fine del giorno, di ogni giorno, siamo più uniti a Te, e possiamo vedere e scoprire più gioia e più speranza".
La Messa in commemorazione di padre Nicolás sarà celebrata dal preposito generale sabato mattina, 23 maggio, alle ore 10:30 presso la Chiesa del Gesù a Roma.
(Ultimo aggiornamento 20 maggio 2020, ore 21:00)
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