In Tanzania è boom di vocazioni sacerdotali, apre un nuovo seminario
Lisa Zengarini - Città del Vaticano
La Chiesa in Tanzania avrà presto un nuovo seminario maggiore. Si tratta del Nazareth Major Seminary che dovrebbe aprire i battenti il prossimo mese di ottobre nella diocesi di Kahama. Il progetto è da diverso tempo allo studio della Conferenza episcopale per fare fronte al boom di vocazioni sacerdotali nel Paese.
Saturi i cinque seminari esistenti
Dall’ordinazione dei primi 4 sacerdoti autoctoni nel 1917, le vocazioni hanno registrato una crescita costante in Tanzania che ha però subito un’impennata negli ultimi anni portando a saturazione i cinque seminari maggiori esistenti: quello di Nostra Signora degli Angeli di Kibosho, quello di Sant’Agostino a Peramiho, il Seminario Maggiore di Sant’Antonio da Padova a Ntungamo, quello di San Paolo a Kipalapala e il Seminario Maggiore di San Carlo Lwanga a Segerea. Già adesso, infatti, questi seminari registrano un numero di iscritti superiore alla loro capacità. In particolare i filosofati di Kibosho e Ntungamo hanno un numero eccedente di 140 seminaristi, mentre altri 250 dovrebbero iniziare i loro studi superiori nel prossimo anno accademico 2020-2021. Un centinaio di loro rischiano però di non essere ammessi ai corsi.
Di qui la necessità di accelerare i tempi per la costruzione del nuovo seminario maggiore di Kahama. La Conferenza episcopale si è già mobilitata in questo senso, in particolare attraverso raccolte di fondi per finanziare la realizzazione del progetto. I contributi locali, tuttavia non bastano. Per questo la Conferenza episcopale, attraverso il suo presidente monsignor Gervas John Mwasikwabhila Nyaisonga, si è appellato alla generosità di altri donatori.
Attualmente in Tanzania si contano oltre 2mila sacerdoti autoctoni, che insieme ai missionari stranieri assistono circa 14 milioni di fedeli, pari a circa un terzo della popolazione, più del 40% cristiana e circa il 35% per cento musulmana.
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