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L'icona di Maria Sedes Sapientiae al Santuario nuovo di San Gabriele dell'Addolorata L'icona di Maria Sedes Sapientiae al Santuario nuovo di San Gabriele dell'Addolorata

Leuzzi: l’esempio di San Gabriele è sempre vivo tra i nostri giovani

Ieri sera al santuario di San Gabriele dell’Addolorata all’Isola del Gran Sasso, si è svolta via streaming, una veglia mariana internazionale, che avrebbe dovuto aprire il Giubileo per il centenario della canonizzazione del Santo, rinviato a causa del Covid-19. L’intervista a monsignor Lorenzo Leuzzi, vescovo della diocesi Teramo Atri, che ha presieduto alla celebrazione

Marina Tomarro - Città del Vaticano

Una Veglia Mariana che ha unito quattro nazioni, passando per la diocesi di Belo Horizonte, in Brasile, attraversando New York negli Stati Uniti, fino a raggiungere Bergamo in Italia, e Cracovia, l'antica capitale del Regno di Polonia. Punto di partenza di questo grande rosario invisibile, il santuario di San Gabriele dell’Addolorata ai piedi del Gran Sasso in Abruzzo. L'intenzione, affidare alla Madonna i malati e i deceduti a causa della pandemia del Covid 19. L’incontro promosso dalla diocesi di Teramo-Atri e dal Santuario, avrebbe dovuto aprire il Giubileo per il centenario della canonizzazione del Santo dei giovani, ma che a causa dell’emergenza sanitaria del coronavirus, è stato rinviato al prossimo anno. Così, si è deciso di dedicare la veglia a tutti quei ragazzi che dovranno sostenere la maturità il prossimo 17 giugno 2020 e che quest’anno non si sono potuti recare - come di tradizione - al santuario di San Gabriele a 100 giorni dagli esami.

San Gabriele fedele testimone dell’incontro con Cristo

“Credo che la figura di San Gabriele sia molto significativa per i nostri ragazzi  - spiega il vescovo della diocesi di Teramo-Atri, monsignor Lorenzo Leuzzi - perché lui nella fatica, nella quotidianità con tutte le sollecitazioni possibili, è stato fedele testimone dell’incontro con il Signore e ha fatto parte della sequela del Signore. Esperienza che prende davvero il sopravvento e che Gabriele ha riconosciuto e sperimentato nella propria vita. Questo per i giovani è un grande esempio di incoraggiamento, a non temere le difficoltà ma ad affrontarle e accoglierle avendo la certezza, come accaduto per San Gabriele, che il Signore Gesù accompagna la vita di ognuno di noi, soprattutto nei tempi in cui siamo chiamati a compiere le scelte importanti per il nostro futuro.

Ascolta l'intervista al vescovo Lorenzo Leuzzi

San Gabriele è un santo molto amato dagli studenti, ma quanto sono attuali i suoi insegnamenti nella vita quotidiana?

R. - Penso ai maturandi. Noi ieri abbiamo avuto la grande gioia di benedire i giovani maturandi, ma anche il tradizionale simbolo della maturità - la penna. Questi ragazzi sono chiamati oggi a scegliere cosa fare nella vita, dato che dopo la maturità si aprono tante possibilità. Ecco, credo che San Gabriele sia un punto di riferimento per saper scegliere bene. Possiamo realizzare pienamente i nostri desideri e valorizzare i nostri talenti. In questo, San Gabriele è un grande modello delle scelte di vita, non in maniera occasionale, ma una scelta per il futuro che li coinvolga pienamente.

Il Giubileo dedicato a San Gabriele è stato rimandato di un anno, quali saranno gli appuntamenti che vi aspettano da qui al 2021?

 R. - Ci saranno i tradizionali appuntamenti del santuario e poi, pian piano, riprenderemo il cammino di preparazione per l’apertura della Porta Santa tenendo vivo il tema della Pastorale Giovanile così che al termine del Giubileo si possano proporre alcune riflessioni. Per cui quest’anno, in vista del 27 febbraio 2021, vogliamo ancora di più coinvolgere tutte le realtà impegnate nella Pastorale Giovanile, nella Pastorale Scolastica Universitaria e anche del mondo del lavoro, per poter poi insieme prepararci a iniziare il Giubileo con un coinvolgimento sempre maggiore dei nostri giovani.

Ieri c'è stato un grande evento, il Rosario internazionale in collegamento con quattro nazioni. Quale messaggio è stato lanciato?

R. - Il messaggio è quello che nonostante le difficoltà - i Paesi collegati sono luoghi nei quali la pandemia ha creato davvero tanta sofferenza - pensiamo a Bergamo o a New York, per esempo. Il Risorto accompagna sempre la vita della Chiesa e dell'umanità. Ecco, io sono convinto che i giovani ieri sera hanno potuto sperimentare che non sono soli, e che quando ci si impegna a costruire la nostra vita e la vita degli altri con il Risorto si aprono prospettive nuove. Sono certo che la nuova generazione che ha vissuto questa esperienza, potrà davvero dare testimonianza che nella storia dell'uomo le difficoltà non mancano, ma che possono essere superate se si ha la capacità di credere che il Risorto è davvero presente in mezzo a noi.

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17 maggio 2020, 08:00