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Regno Unito, vescovi: speranza e vicinanza ai fedeli privati dei Sacramenti

Un messaggio, quello dei presuli gallesi e inglesi, colmo di partecipazione alle sofferenze e ai sacrifici che il popolo sta affrontando in tempo di pandemia. L'invito forte della Chiesa è anche al rispetto del confinamento per il bene di tutti in attesa delle misure prese dal governo

Lisa Zengarini - Città del Vaticano 

“Un popolo che spera in Cristo”: si intitola così il messaggio che i vescovi inglesi e gallesi hanno rivolto il primo maggio ai fedeli a quasi sei settimane dall’inizio del lockdown nel Regno Unito. A firmarlo i cinque arcivescovi metropolitani dell’Inghilterra e del Galles, tra i quali il cardinale primate inglese, Vincenti Nichols, arcivescovo di Westminster. Di fronte ai lutti, ai cambiamenti drammatici nelle vite di tutti imposte dall’emergenza e alla grade incertezza sul futuro, il messaggio vuole rilanciare l’invito alla speranza nel Signore Risorto, ma anche esprimere la vicinanza di tutto l’Episcopato al “dolore” provato dai cattolici per l’impossibilità di pregare in chiesa e ricevere i Sacramenti a causa delle restrizioni contro il contagio.

Il desiderio eucaristico mai spento

“Nessuno di noi vorrebbe essere nella situazione in cui ci troviamo”, affermano i cinque arcivescovi che riconoscono come le Messe e le altre devozioni trasmesse in streaming servano sì a mantenere la vita di fede, ma non valgano la partecipazione fisica dei fedeli alle celebrazioni in chiesa. Essi si dicono “profondamente commossi dal desiderio eucaristico espresso da così tanti fedeli" e li ringraziano sentitamente "per l’amore così dimostrato al Signore Gesù presente nei Sacramenti e nel Sacrificio della Messa”.  E tuttavia il messaggio ribadisce la necessità di agire con solidarietà in questo momento così critico per il Paese: “È giusto che la comunità cattolica faccia la sua parte per contribuire alla tutela della vita e del bene comune della società. Questo deve continuare - puntualizza - fino a quando le restrizioni applicate dal Governo non saranno revocate."

Il piano di riapertura

A questo proposito i presuli precisano che l’Episcopato sta già studiando con le autorità preposte le modalità per la riapertura delle chiese ai fedeli: “Quando il Governo allenterà gradualmente le restrizioni, siamo pronti a riprendere progressivamente la nostra vita liturgica, spirituale,  catechetica e pastorale che servirà anche ad altre persone che dipendono dalle opere caritative e dall'assistenza della Chiesa ”. Ma fino a quel momento, "continueremo a prepararci e a pregare", affermano gli arcivescovi .

Il messaggio conclude quindi con parole di gratitudine "a tutti i vescovi, sacerdoti, diaconi religiosi, famiglie e fedeli, insieme alle comunità parrocchiali e scolastiche", per la straordinaria testimonianza di fede data in questo periodo, ma "anche a tutte le organizzazioni cattoliche che lavorano a sostegno dei più vulnerabili e bisognosi". Infine l’auspicio che “la pace del Signore Risorto possa regnare nei nostri cuori e nelle nostre case, mentre attendiamo il giorno in cui potremo nuovamente riunirci in chiesa attorno all'altare per offrire insieme il Sacrificio e la lode”.

La situazione del Paese

Nel Regno Unito, che con le sue 26.097 vittime al 28 aprile è diventato nel giro di poche settimane il terzo Paese al mondo in cifra assoluta per morti da Covid-19 dopo Stati Uniti e Italia, il Governo sta ancora studiando i tempi e le modalità della graduale attenuazione del confinamento che avverrà comunque dopo diversi altri Paesi europei. Molto dipende anche dai progressi della ricerca sul vaccino allo studio dei laboratori dell'università di Oxford, la cui sperimentazione sta dando risultati prometettenti.

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02 maggio 2020, 11:29