Brasile, Covid-19: Pastoral da Criança coinvolta nel più grande studio demografico
Davide Dionisi - Città del Vaticano
E’ una indagine porta a porta senza precedenti quella attivata dai ricercatori dell’Ibope Inteligência, l’Istituto Brasiliano di Opinione Pubblica e Statistica, per ultimare il più grande studio sulla diffusione del coronavirus nel Paese denominato “Epicovid19-Br”. Da oggi, e fino a martedì prossimo, l’equipe è sulle strade di Rio Grande do Sul per visitare i residenti e per effettuare i test. Al fianco dell’Ibope, la Pastoral da Criança, l’organismo strettamente legato alla Conferenza nazionale dei vescovi brasiliani, fondata dalla dottoressa Zilda Arns Neumann nel 1983, che opera in tutto il Paese e in più di 19 nazioni nel mondo.
La collaborazione
Lo studio vede in prima linea anche l'Università federale di Pelotas (UFPel), partner della CNBB da oltre 30 anni. Il coinvolgimento della Pastoral da Criança si è reso necessario a seguito delle resistenze di un gran numero di persone e degli incidenti verificatisi durante le visite. In ben 27 città, infatti, i rilevatori sono stati arrestati e in altre otto località i test sono stati distrutti dalla polizia. “Di fronte a questo scenario e alla richiesta di aiuto da parte dell’UFPel, abbiamo mobilitato più di cento vescovi, oltre ad operatori sanitari, alte figure istituzionali e organi di informazione. Così siamo riusciti ad ottenere concreti risultati. Ai livelli della Spagna, superiori all’Austria e all’Islanda”, spiega il vice coordinatore nazionale della Pastorale, Nelson Arns Neumann.
L’indagine
Epicovid19-br è la più grande indagine demografica al mondo in materia di coronavirus e, nella sua seconda fase, ha rivelato risultati sorprendenti sulla velocità di diffusione in 83 città brasiliane. La percentuale di persone che hanno contratto il Covid è aumentata del 53% nel periodo compreso tra la prima fase, dal 19 al 21 maggio, e la seconda, dal 4 al 5 giugno. I dati più recenti dicono che per ogni diagnosi confermata, ci sono circa sei casi reali non rilevati. Le stime parlano di 1,7 milioni di persone che hanno, o hanno avuto, il coronavirus, contro un totale di 296.305 casi segnalati in 120 città alla vigilia della seconda indagine. "È essenziale che la popolazione accetti di partecipare all’indagine. In ogni città devono essere effettuati almeno duecento test per poter stilare stime verosimili. Oltre a dare un prezioso contributo allo studio, il paziente ha l’opportunità di conoscere il suo stato di salute” chiarisce l'epidemiologa Mariângela Freitas da Silveira, membro dello staff di coordinamento.
Le comunità indigene
Nelson Arns racconta che "nell’area di San Paolo abbiamo potuto contare sul supporto di monsignor Pedro Luiz Stringhini e così siamo riusciti a collaborare con il sistema sanitario locale, ottenendo buoni risultati. Il nostro obiettivo è quello di salvare vite, soprattutto quelle dei più vulnerabili. Tra questi, figurano gli indigeni che, secondo la prima fase dell’indagine, risultano colpiti 6,2 volte di più rispetto al resto della popolazione”. Nel frattempo il Brasile è diventato nei giorni scorsi il secondo Paese al mondo, dopo gli Stati Uniti, con oltre un milione di contagi.
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