Ripartono i pellegrinaggi per Lourdes. Monsignor Angelino: finestra di cielo sulla terra
Marco Guerra – Città del Vaticano
Dopo i mesi di lockdown dovuti alla pandemia da Covid-19, Oftal (Opera federativa trasporto ammalati a Lourdes) sarà la prima grande associazione organizzatrice di pellegrinaggi a ritornare a Lourdes.
Vari pellegrinaggi entro il 2020
Il Santuario francese ai piedi di Pirenei accoglierà il primo pellegrinaggio Oftal dal 14 al 17 agosto 2020, che avverrà tramite pullman e aerei. Subito dopo ripartiranno anche i pellegrinaggi al Lourdes organizzati dall'Unitalsi: il primo volo è in programma per il 18 agosto. Per la restante parte del 2020 sono previsti altri 3 appuntamenti di Oftal nei mesi di settembre, ottobre e dicembre.
Come dopo la II Guerra mondiale
La storia sembra ripetersi visto che nel 1947 - nelle stesse date del pellegrinaggio del prossimo agosto - Oftal fu la prima realtà associativa a riportare i malati presso la Grotta di Lourdes dopo il Secondo conflitto mondiale. Quel ritorno così importante e significativo per la storia dell’associazione e dei rapporti tra l’Italia e la Francia fu reso possibile dalla tenacia e dalla forza di volontà del fondatore, nonché primo presidente di Oftal, monsignor Alessandro Rastelli.
Malati accolti come persone
“La ripresa dei pellegrinaggi è un grande segnale di speranza perché dopo questo periodo di sofferenza cerchiamo qualche cosa che sta più su della terra, Lourdes è una finestra sul cielo”: così il presidente generale di Oftal, monsignor Paolo Angelino, esprime a Vatican News tutta la sua soddisfazione per la ripresa del trasposto dei malati presso il Santuario e perla della modalità per garantire la sicurezza sanitaria.
R. - Raggiungeremo Lourdes inizialmente soprattutto con gli aerei. Ma occorre precisare questo: non tutte le categorie di malati potranno tornare a Lourdes. Un esempio praticolare sono gli ospiti delle RSA, che verranno accolti certamente in un secondo momento. Ma i diversamente abili o anche tutte le persone che rientrano nella sfera delle malattie interiori potranno venire in pellegrinaggio con noi. Potremmo organizzare anche dei bus con un numero minore di presenze, proprio per osservare le disposizioni che le autorità hanno dato.
Dopo i mesi di lockdown, la ripresa dei pellegrinaggi e il trasporto degli ammalati può essere un segnale di speranza?
R. - È un grande segnale di speranza, perché questa epoca di chiusura, di sofferenza e di malattia che ha colpito tanti nostri fratelli domanda ora grossi segni di speranza, una speranza che non è soltanto strategia che questo mondo può dare, ma un qualche cosa un po' più su della terra. Il Santo Padre stesso è andato dinanzi alla Grotta di Lourdes in Vaticano per rivolgere a Maria la sua preghiera a nome di tutta la Chiesa. Il Papa che va dinanzi alla Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani è uno stimolo per tutti noi a ritornare alla Grotta di Massabielle, perché è uno dei grandi luoghi di speranza di questo mondo, è una finestra di cielo aperta sulla terra.
Quindi tornare al Santuario, alla preghiera mariana e nei luoghi sacri in generale è un modo per alimentare l'anima, per avere un nuovo slancio per le sfide del futuro?
R. - Questo certamente. E direi che se l'anima sta bene, se l'anima riceve soddisfazione da parte di Dio, anche l'aspetto della salute corporea ne avrà giovamento. Non dobbiamo dimenticare che il messaggio cristiano, la rivelazione cristiana, è il rispetto dell'uomo nella sua completezza di anima e di corpo, perché la seconda persona della Santissima Trinità prende corpo in Gesù Cristo e questo ci dice che i due aspetti sono legati, tant'è che la nostra fede dice che noi risorgeremo in anima e corpo.
Nella pandemia abbiamo visto lo sforzo di tutta la società per preservare la salute dei più fragili e salvare ogni malato: questo ha rimesso in luce il valore di ogni vita che voi avete sempre esaltato con il trasporto degli ammalati a Lourdes…
R. - Questo davvero è stato un recupero dell’attenzione verso il mondo della sofferenza, non più nascondendolo ma mettendolo in primo piano, ciò che è sempre stato il nostro intento. A Lourdes malati e persone cosiddette 'sane' sono sempre insieme. A Lourdes il primo posto è riservato ai nostri fratelli sofferenti, che sono accolti come persone e non come creature che devono essere nascoste.
Quindi Lourdes è un presidio, un faro contro quella società dello scarto denunciata Papa Francesco?
R. - Proprio così, Lourdes è il faro sicuro che dimostra che l'uomo ha sempre una sua dignità in tutte le fasi della vita. Lourdes vuol dimostrare che ciò che è bello può essere effimero ma l'uomo vale in quanto uomo, in tutte le stagioni della vita e anche in tutti gli stati di salute o di mancanza di salute.
Monsignor Angelino, cosa chiederà alla Vergine quando tornerà dinanzi alla Grotta dove è apparsa a Bernadette?
R. - Generalmente più di 6 mesi all'anno resto a Lourdes ad accogliere le persone sofferenti. Ora finalmente potrò tornare e guarderò la Vergine dicendoLe: “Tu sai, Vergine Santa, ciò di cui tutti noi abbiamo bisogno e per questo Ti rivolgo ancora una volta il mio grazie e il grazie di tante persone che si affidano alle nostre preghiere”.
Lei ha avuto modo di cogliere nei fedeli la voglia di tornare a Lourdes, ha avuto messaggi in questo senso?
R. - Tantissime telefonate, tantissimi messaggi di gente che desidera tornare, che ha bisogno di Lourdes, anche di tanti fratelli sofferenti che vogliono ritornare, anche di quelli purtroppo che per ora, stando alle disposizioni delle autorità, non potremo immediatamente riaccompagnare in pellegrinaggio . Ma la speranza nei loro cuori non è spenta, perché non sarà immediata per alcuni la possibilità di ritornare ma certamente ci sarà in futuro. Questo è il segno di un inizio: a Lourdes torneremo tutti.
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