Miracoli eucaristici, faro di fede anche nei momenti di crisi
Federico Piana- Città del Vaticano
La Basilica di Santa Cristina a Bolsena - cittadina dell’Alto Lazio- è lo straordinario luogo nel quale, nel lontano 1263, un sacerdote, dubbioso della reale presenza del Signore nell’ostia e nel vino consacrati, vide l’Eucaristia sanguinare durante la celebrazione della messa. Il luogo, divenuto santuario del miracolo eucaristico, è solitamente meta di copiosi pellegrinaggi da ogni parte del mondo, soprattutto nel periodo che precede la Solennità del Corpus Domini, che quest’anno in Italia si celebrerà domenica prossima, 14 giugno.
Gesù Eucaristia luce nelle tenebre
Il parroco, padre Vittorio Battaglia, però racconta che in questo tempo di pandemia nulla è più stato come prima ma che il contatto con i fedeli è rimasto sempre vivo e costante: “Noi abbiamo sofferto in modo particolare i lunghi giorni di confinamento. La basilica accoglie moltissimi pellegrini e nei mesi di marzo ed aprile, le parrocchie della diocesi di Orvieto-Todi e di quelle circostanti vengono qui con i bambini in preparazione alla prima comunione: purtroppo ora non è stato possibile. La cosa positiva è che abbiamo ricevuto per email tante testimonianze di fedeli che, non potendo venire, hanno chiesto preghiere a Gesù Eucaristico per rafforzare la propria fede”.
Messaggio ancora attuale
Alla domanda se il messaggio del miracolo di Bolsena sia ancora efficace, soprattutto in una fase dell’umanità travagliata come quella attuale, padre Battaglia risponde con le parole di San Paolo VI, pronunciate proprio dalla città del viterbese nel 1976, a chiusura del Congresso Eucaristico Internazionale di Filadelfia: ”Bolsena non dimentica, ed oggi ripresenta a noi e al mondo il miracolo compiuto nel santuario della sua santa Cristina, il quale miracolo ha ravvivato nella Chiesa d’allora e ravviva tuttora la coscienza interiore e ha perpetuato il culto esteriore, pubblico e solenne, dell’Eucaristia, del quale Orvieto e Bolsena conservano ed alimentano nel mondo l’inestinguibile fiamma”.
Il miracolo delle due specie
Lanciano, in provincia di Chieti, è il teatro di un altro, straordinario, miracolo eucaristico. Avvenuto presumibilmente tra il 720 ed il 750, vede protagonista un monaco basiliano, anch’egli attanagliato da un dubbio sulla reale presenza del Signore nell’Eucaristia. Un giorno, durante la celebrazione, il pane si trasforma in un pezzo di carne ed il vino in sangue, sotto i suoi occhi stupefatti.
Dio utilizza i nostri dubbi per convertire i cuori
Il Santuario, che conserva da quasi 1300 anni le reliquie del miracoloso evento, nonostante il lockdown ha continuato ad interagire con fedeli e pellegrini in un modo fino ad ora impensato. Lo racconta il rettore, padre Fabrizio De Lellis: “Abbiamo utilizzato i social tramite i quali ci sono arrivate numerose richieste di preghiere. Ma in questi giorni di riapertura qualche pellegrino si è tornato a far vedere. Qui si tocca con mano la presenza reale di Dio in mezzo agli uomini”. E, assicura padre De Lellis, il Signore utilizza anche i nostri dubbi per cercare di convertire il nostro cuore.
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