I vescovi del Venezuela: José Hernández beato, speranza per il Paese
Isabella Piro – Città del Vaticano
Un segno di forte speranza per affrontare questo momento difficile per il Paese: così, in una nota, monsignor José Luis Azuaje Ayala, presidente della Conferenza episcopale del Venezuela (Cev), commenta l’annuncio della prossima beatificazione di José Gregorio Hernández Cisneros, noto come “il dottore dei poveri”. Ieri, infatti, Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei Santi a procedere con la beatificazione. Il miracolo riconosciuto al dottor Hernández riguarda una ragazza di 13 anni, Yaxuri Ortega, sopravvissuta nel 2017 ad un colpo di arma da fuoco alla testa. “Il dottor Hernández – si legge nella nota della Cev - si caratterizzava per il suo servizio ai più poveri e a tutti coloro che ne avevano bisogno; era un grande professionista della medicina, uno scienziato, un pensatore e soprattutto un fervente credente in Dio in cui riponeva tutta la sua saggezza e la sua prestazione professionale e umana”. “Formatore di diverse generazioni di medici che ne hanno seguito il cammino, lucido conoscitore della realtà venezuelana – continua monsignor Azuaje - non si è mai fermato di fronte alle sfide, per quanto difficili, ma le ha sempre unite alla sua vocazione di servizio a Dio”. In particolare, in tempo di pandemia da coronavirus, l’annuncio della sua beatificazione rappresenta uno strumento per “rafforzare la speranza” che aiuterà il Venezuela a “superare questo stato di privazione e difficoltà che la popolazione sta vivendo, in particolare i più poveri e i più emarginati”.
Un medico missionario
Nato il 26 ottobre 1864 ad Isnotú, nello Stato andino di Trujillo, José Gregorio Hernández Cisneros, è il primo di sei fratelli. Si laurea in medicina a Caracas e prosegue gli studi a Parigi, Berlino, Madrid, New York. Divenuto docente universitario, introduce l’uso del microscopio nel Paese e fonda la cattedra di Batteriologia dell’Università di Caracas. Vive la sua professione come una missione, dedicandosi soprattutto ai più bisognosi ai quali spesso dona i farmaci, acquistati di tasca propria. La sua forte fede lo porta ad entrare, nel 1908, nella Certosa di Farneta, in provincia di Lucca, perché vuole farsi monaco. Rientrato in Venezuela per motivi di salute, torna a studiare Teologia in Italia qualche anno dopo, frequentando il Pio Collegio Latino-americano di Roma. Ammalatosi nuovamente, diventa Terziario francescano. Durante l’epidemia di febbre spagnola, accompagna e cura i malati. Il 29 giugno 1919 viene travolto da un’automobile mentre si sta recando in una farmacia di Caracas a comprare medicinali per un’anziana paziente. Morirà in ospedale poco dopo, invocando la Beata Vergine.
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