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Venezuela, dieci anni di Radio Natividad. Il vescovo Moronta: un segno di speranza

Sempre più numerosi gli ascoltatori della radio, che ha l'obiettivo di coprire col segnale anche altre zone del paese. Il presule: "Viviamo questo momento alla luce del Vangelo"

Alessandro Guarasci - Città del Vaticano

In Venezuela dieci anni fa nasceva a San Cristóbal, Radio Natividad. Nei primi palinsesti, le catechesi, le riflessioni a tema, le prediche e la Lectio Divina del vescovo Mario Moronta. “E’ un grande strumento prima per l'evangelizzazione, in questo momento di crisi, ma anche un grande strumento per diffondere la speranza a tutti", dice il vescovo. "Abbiamo bisogno infatti, non di cattive notizie, già ne abbiamo, ma abbiamo anche bisogno di informazioni, formazione sulla speranza. E penso che in questi dieci anni, e soprattutto negli ultimi tempi, la radio è stato un grande luogo di incontro con la preghiera, con la riflessione ma soprattutto per contagiare, per dare alla gente speranza, senza essere troppo ottimistici,ma essendo soprattutto realistici. Tutto questo con un atteggiamento di evangelizzazione, leggendo i segni dei tempi alla luce del Vangelo".

Ascolta l'intervista al vescovo Mario Moronta

Come hanno reagito gli ascoltatori? Quali sono i loro sentimenti?

R. - La miglior risposta è il numero degli ascoltatori. Un grande numero di persone che ascoltano non soltanto qui nella nostra regione, ma anche in Colombia e anche nelle altre diocesi dove la radio si può ricevere. La reazione è sempre di accoglienza.

Come continua a vivere il Venezuela questo momento di forte crisi economica e sociale

R. - Si può rispondere con tre parole: fede, molta speranza e tantissima carità. La carità e la solidarietà fra di noi, perché abbiamo un grande esempio soprattutto nelle nostre comunità. Però una grande fede, abbiamo fatto anche una catechesi e continuamente facciamo prediche su questo. Dobbiamo fare tutto nel nome del Signore. Speranza che come diceva Giovanni Paolo II è quella capacità, la grazia di Dio che ci fa camminare verso il futuro.

Il Venezuela come tutta l'America Latina sta vivendo in modo molto pesante la pandemia. Qual è la situazione del sistema sanitario'? Che cosa sta facendo la Chiesa?

R. - Qui la crisi che ha colpito molto il sistema sanitario pubblico. Allora preghiamo e chiediamo al Signore che non ci siano grandi difficoltà con questa pandemia. Però la Chiesa aiuta prima con l'accoglienza verso le persone che hanno bisogno perché sono sole. La Caritas nazionale insieme alla Caritas diocesana ha promosso in questi giorni un grande programma che si chiama ‘Il gesto fraterno, il gesto solidale’ per portare aiuti soprattutto alimentari, e qualche medicinale, ai più bisognosi della nostra società.

Tra i diversi programmi proposti dalla Radio, anche la Nota Eclesial condotta da padre Johan Paheco, attuale responsabile diocesano dell’emittente. Nelle sue parole, al microfono di Davide Dionisi, lo stesso entusiasmo e la stessa speranza che attraverso i microfoni dell'emittente si possa continuare, anche in futuro, a diffondere la Parola di Dio a e testimoniare per il bene dei fratelli:

R. - Il lavoro di questa stazione radio è significativo perché porta speranza, forza nel mezzo della situazione che stiamo vivendo ora a causa della pandemia ma già da molti anni, per le difficoltà dovute alla forte crisi economica e politica. Questi 10 anni di evangelizzazione di Radio Natividad sono una grande benedizione per la Chiesa poiché la parola di Dio e la formazione cristiana sono arrivate in modo speciale in così tanti luoghi distanti dove arriva il segnale radio, anche portando il messaggio del Papa Francesco che è sempre una consolazione, una benedizione per i fedeli. Ringraziamo Dio per aver usato questo strumento di Radio Natividad per accompagnare così tante persone, malate e imprigionate, da sole nelle loro case perché è anche un messaggio di unità familiare per tutti. E’ una grazia poter servire Dio attraverso la radio, Radio Natividad, della nostra chiesa locale e lo ringraziamo per le tante benedizioni perché continuiamo a fare questo lavoro, a far arrivare il suo messaggio e speriamo che Dio permetta a tutti di continuare, di andare avanti con la sua benedizione sia per noi, sia per i lavoratori di Radio Natividad, che per i tanti ascoltatori di questa stazione radio cattolica della nostra diocesi di San Cristobal. Si fa radio per evangelizzare e per dare il messaggio di Dio a tanta gente, a tante persone che hanno bisogno dell'amore e della consolazione di Dio.

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09 giugno 2020, 08:00