Africa. “Siamo un solo popolo e dobbiamo essere custodi l'uno dell'altro"
Anna Poce - Città del Vaticano
“Il Covid-19 ha messo in luce quanto siamo vulnerabili, indipendentemente dal colore o dallo status, e ciò che accade in un Paese colpisce le persone in un altro. In effetti, ha dimostrato che siamo un solo popolo e che dobbiamo essere custodi l'uno dell'altro”. Così il cardinale Philippe Ouédraogo, arcivescovo di Ouagadougou e presidente del Secam, il Simposio delle Conferenze Episcopali dell'Africa e del Madagascar, nel messaggio diffuso in occasione della Giornata del Secam, istituita nel 2014, in occasione del 45.mo anniversario della sua fondazione, che si celebra il 29 luglio di ogni anno.
Per consentire ai cattolici di tutto il Continente e delle Isole di essere più informati sull'esistenza e sulla missione del Simposio, quest'anno la Giornata del Secam sarà celebrata domenica 2 agosto - e non mercoledì 29 luglio, giornata infrasettimanale - e non sarà nemmeno accompagnata dalla speciale colletta, volta a sostenere le attività del Simposio, a causa dell’emergenza coronavirus.
L'Africa, il continente più colpito dal Covid19
Il Cardinale Ouédraogo, nel messaggio, ha voluto sottolineare come, purtroppo, ad un anno dal Giubileo d’oro del Secam, celebrato a Kampala, Uganda - il luogo dove il Simposio si riunì per la prima volta in occasione della visita di Papa Paolo VI, nel 1969 - la situazione in Africa e nelle isole circostanti non sia cambiata, dentro e fuori la Chiesa ma, anzi, si sia aggravata a causa della pandemia che ha creato scompiglio ovunque. Un rapporto recente di Caritas Internationalis, infatti, spiega il porporato, ha mostrato come l’Africa sia il continente più colpito dagli effetti del Covid-19.
Avere coraggio, fede e aspettare i tempi di Dio
In questa situazione, dunque, l’arcivescovo di Ouagadougou ha invitato i fratelli e le sorelle africane ad avere coraggio, a non cedere alla disperazione, a continuare a pregare e aspettare i tempi di Dio. “Questo è un momento - ha affermato - in cui tutti i popoli africani devono restituire valore alla solidarietà che ha plasmato la nostra visione del mondo e la società tradizionale. In questo modo saremo in grado di affrontare meglio l'impatto della pandemia e di far girare le nostre economie, contando sul potere dello Spirito Santo, che ci dona la grazia di amare e di essere compassionevoli. In questo tempo in cui molti sono nel bisogno, aiutiamoli a sperimentare l'amore di Dio".
Pandemia e violenza
Il porporato ha poi espresso il suo sdegno di fronte alla violenza e al terrorismo che ancora insanguinano alcuni Paesi africani. “È vergognoso e deplorevole - ha scritto l'arcivescovo - che nemmeno il mortale Covid-19 abbia scoraggiato la violenza e il terrorismo in alcuni Paesi dell'Africa; continuiamo ad ucciderci ogni giorno. Uniamo la nostra voce al Santo Padre, Papa Francesco, e ad altri leader mondiali per chiedere la fine immediata della violenza ovunque in Africa e nel resto del mondo”.
Lo spazio per la gioia
Tuttavia, nonostante i molti momenti di dolore, nell'ultimo anno ci sono stati anche momenti di gioia, ha sottolineato il cardinale, ringraziando Dio per le sue benedizioni. Egli ha ringraziato i vescovi, il clero, i religiosi e i laici per il loro impegno nell'evangelizzazione, nonostante le sfide attuali; i governi per gli sforzi fatti per contenere la diffusione del coronavirus nel continente e incoraggiare i leader a continuare a tutelare la salute della popolazione; e gli operatori sanitari, comprese le suore che hanno dimostrato una straordinaria dedizione nel tentativo di alleviare le sofferenze dei malati.
Il ringraziamento
Infine, il presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali dell'Africa e del Madagascar ha voluto ringraziare coloro che lavorano per il Secam e coloro che nell'ultimo anno, dentro e fuori i confini africani e delle isole, non hanno fatto mancare il loro sostegno.
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