Libano: appello all’unità del Consiglio Mondiale delle Chiese
Isabella Piro - Città del Vaticano
Resta alta la tensione in Libano dove, da tre mesi circa, si vive una grave crisi sociale, economica e politica: il governo attuale, infatti, raggiunto dopo due anni di stallo politico-istituzionale, è contestato dalla popolazione, scesa in piazza per protestare contro la corruzione e il carovita. E mentre la maggioranza degli abitanti soffre la fame, la pandemia da coronavirus aggrava pesantemente la situazione. È, dunque, in questo contesto che arriva la dichiarazione del Wcc (Consiglio Mondiale delle Chiese) che, riunitosi in videoconferenza dal 20 al 24 luglio, esprime “grande preoccupazione e apprensione” per il Paese dei Cedri. “Il Comitato esecutivo del Wcc – si legge nella nota - è profondamente allarmato dalle crescenti crisi che hanno colpito il Libano nelle ultime settimane e mesi, dalle numerose difficoltà sociali, economiche e politiche che ne sono derivate e dalle sfide legate alla sovranità del Paese”. Oltretutto, la situazione attuale è “ancora più dannosa per i gruppi già vulnerabili di donne, bambini, disabili, lavoratori migranti e rifugiati”.
Speranza e resistenza
Ricordando, poi, la capacità del Libano di mantenere “per secoli” la sua “diversità etnica, culturale e religiosa”, con “spirito di pluralismo e convivialità”, il Wcc sottolinea che tale nazione, nel mezzo di una regione come quella mediorientale “lacerata da guerre, conflitti e occupazioni”, è rimasta “un esempio di speranza e resistenza”. Ma ora questo esempio “è in pericolo”. Il governo di Beirut viene, quindi, richiamato alle sue responsabilità perché “mantenga e rafforzi il suo ruolo di garante del contratto sociale, della stabilità e della sicurezza del Paese, dei diritti pubblici e dei diritti umani della popolazione”.
Urgono riforme per la stabilità
Al contempo, il Consiglio mondiale delle Chiese si dice vicino al popolo libanese e lo incoraggia a “rimanere unito nella solidarietà comune per uscire dalla crisi attuale e non cadere nella divisione e nel settarismo”. “Il popolo libanese a tutti i livelli, ovvero politici, leader religiosi, civili, giovani – scrive il Wcc – ha la responsabilità di isolare il Paese da quelle forze politiche e sociali che guidano l’intera regione verso la divisione e la distruzione”. In particolare, l’organismo ecumenico sottolinea che “i leader religiosi di tutte le comunità” hanno un ruolo “particolarmente importante da svolgere nel guidare il popolo, in questi tempi difficili, verso la saggezza, la giustizia, la riconciliazione e l’unità”. La dichiarazione si conclude con l’esortazione all’esecutivo libanese ad “attuare con urgenza le riforme strutturali necessarie per garantire la stabilità, l’unità e la sovranità del Libano”.
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