Santa Maria Goretti: un esempio di carità e coraggio per tutti
Marina Tomarro - Città del Vaticano
“Sì, per amore di Gesù lo perdono, e voglio che venga con me in Paradiso”. Si racchiude in queste parole misericordiose, rivolte al suo assassino, la grandezza della santità della piccola Santa Maria Goretti, di cui oggi ricorre la memoria liturgica. La testimonianza piena di fede e d’amore di Marietta, come la santa veniva abitualmente chiamata dai suoi cari, è viva e sentita ancora oggi come un esempio pieno di luce per i tanti fedeli che ogni anno si recano in pellegrinaggio al santuario di Nostra Signora delle Grazie, a Nettuno, dove sono custodite le sue spoglie.
Nel perdono l’esperienza della Croce
Nonostante non potranno esserci i festeggiamenti abituali a causa la pandemia, questo è un anno speciale per la piccola martire, uccisa a soli dodici anni in un tentativo di stupro, che tuttavia non scalfì la sua purezza. Infatti ricorrono i settanta anni della sua canonizzazione, avvenuta il 24 giugno del 1950 ad opera di Papa Pio XII. La cerimonia si svolse, per la prima volta in assoluto, in piazza San Pietro e non come di consueto in Basilica. Ciò consentì di accogliere la moltitudine di pellegrini, giunti a Roma da ogni parte d’Italia. “La figura di Santa Maria Goretti - spiega il rettore del santuario di Nettuno, padre Pasquale Gravante - è sicuramente molto attuale, perché la sua non è stata una santità costruita con sovrastrutture, ma è qualcosa che nasce in maniera spontanea e naturale, oserei dire una santità con le scarpe sporche di terra. Cioè lei ha vissuto con semplicità il suo quotidiano, pregando e desiderando comunicarsi per incontrare il Signore. Ed è stata proprio questa preghiera e questo desiderio a portare la giovane a fare l'esperienza di Cristo sulla croce. Le parole pronunciate verso il suo assassino: "Lo perdono e lo voglio con me in Paradiso”, sono fondamentali nella vita di Marietta.
La carità del prendersi cura degli altri
Ogni anno sono decine di migliaia i pellegrini che si recano sulla tomba della santa per chiedere grazie, tanti i giovani, che si ritrovano in particolare nel giorno del compleanno di Marietta, il 16 ottobre, quando nel 1890 nacque in una povera ed onesta famiglia a Corinaldo, comune delle Marche. “Dopo la morte del papà – continua a raccontare padre Pasquale - Marietta si era presa cura della famiglia, mentre la mamma andava a lavorare nei campi. Oggi i ragazzi possono vivere questo aspetto del prendersi cura degli altri, nei loro ambienti quotidiani, come a scuola, magari dando una mano a qualche compagno in difficoltà. A volte basta poco, anche un sorriso, perché se il nostro cuore è pieno della parola di Dio, li troviamo la carità, così come faceva la nostra piccola santa”
Un esempio di coraggio per chi ha subito violenza
E Santa Maria Goretti, è un esempio di forza anche per tante donne che hanno subito episodi di violenza fisica. “Qualche tempo fa – dice il rettore – nella cripta dove riposa Marietta, abbiamo battezzato una bambina. La madre della piccola è americana e alcuni anni prima aveva subito un violento stupro, che le aveva impedito di avere figli. Ha pregato tanto la nostra piccola santa, l’ha pure sognata una notte, dopo qualche tempo è rimasta incinta ed è riuscita a portare a termine la gravidanza. Così lei e il marito sono voluti venire a battezzare qui la loro figlia, per ringraziare personalmente Marietta della grazia ottenuta. Per questo penso che la nostra santa sia davvero molto vicina a chi ha vissuto questa terribile esperienza di violenza”.
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