Riapre il Mudit di Tricarico. Ripartire da fede e cultura
Paolo Ondarza - Città del Vaticano
Un segno di speranza e di responsabilità nella gestione di un patrimonio culturale vissuto come motivo di promozione umana, sociale e spirituale. Rappresenta questo la riapertura del Mudit, il Museo Diocesano di Tricarico, nella provincia di Matera. Chiuso a causa dell’emergenza Covid 19 e ora adeguatosi alle normative per la prevenzione del virus, il Mudit torna ad offrirsi come sede espositiva di testimonianze del passato, che altrimenti finirebbero perdute, ma anche come trampolino di rilancio di un territorio.
Antichi libri liturgici
All’inaugurazione prenderanno parte, tra gli altri, il Direttore del Mudit, don Nicola Soldo, il sindaco di Tricarico, Vincenzo Carbone, e il sindaco e presidente della Provincia di Potenza, Rocco Guarino. Da quest’ultima comunità infatti è stato inserito nel riallestimento significativo materiale bibiliografico: si tratta di un prezioso antifonario del 18.mo secolo e di un importante graduale del 1701, restaurati ed oggi fruibili per il vasto pubblico di studiosi e visitatori. “Il graduale – ricorda don Nicola Soldo a Vatican News – è un tipo di libro liturgico utilizzato fino al Vaticano II: contiene le musiche delle diverse liturgie: dalle lodi, all’ora media, fino celebrazione della messa”.
Uno sguardo nuovo
Primo promotore della riapertura del Museo Diocesano è stato il vescovo di Tricarico, mons. Giovanni Intini, che durante il lockdown aveva promosso la creazione di visite virtuali nell’ambito del progetto “Il Mudit a casa tua”. Il percorso del museo si articola nella la storia della Diocesi, perché il visitatore possa immergersi nella bellezza che l'ha caratterizzata, attraverso l'incontro con altre culture, storie testimoniate di integrazione e contaminazione, religiosità popolare, scuole e botteghe. “Nell'arte e nella fede di questa comunità - spiega don Nicola Soldo - si scorge una umanità riscritta dai suoi incroci ed elevata dall'esperienza della fede nella Chiesa. L'obiettivo è quello di permettere al visitatore di entrare a far parte di questa storia, coinvolgendosi con essa, per farla proseguire scrivendo un'inedita sua pagina e consentire a sé stesso la scoperta di uno sguardo nuovo sulla vita”.
Verso il futuro
“Ripartire – spiega ancora don Nicola Soldo – non vuol dire tornare indietro, ma proseguire il cammino, in modo diverso. Il lockdown non costituisce solo una battuta di arresto, ma l’occasione per intraprendere in modo nuovo una nuova strada”. Largo dunque ai giovani, coinvolti in questa riapertura insieme a volontari e professionisti del settore: “il Mudit – conclude il direttore – intende mettere in circuito tutta la Diocesi e consentire al visitatore di essere re-inviato alla ricchezza del territorio, offrendo così la prospettiva di un cammino futuro possibile”.
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