Pakistan, Giustizia e pace: in aumento l’intolleranza contro le minoranze
Lisa Zengarini – Città del Vaticano
L’emergenza Covid-19 non ferma le violenze e le discriminazioni contro le minoranze religiose in Pakistan. In questi mesi si sono anzi intensificati gli episodi di intolleranza e le aggressioni. Particolare clamore ha suscitato nel Paese l’uccisione, lo scorso giugno, di Joseph Nadeem, un cristiano di Peshawar, morto dopo venti giorni di agonia a seguito di un colpo di arma da fuoco sparato da un vicino solo perché aveva acquistato una casa in un quartiere musulmano della città. Sul caso è intervenuta ieri anche la Commissione nazionale per la Giustizia e la Pace della Conferenza episcopale pakistana (Ncjp) che, in un comunicato ripreso dall’agenzia Ucanews, deplora il moltiplicarsi di questi episodi nel Paese, denunciando anche le discriminazioni dei non musulmani nell’accesso agli aiuti per la pandemia.
Rifiuto di aiuti in cibo e per la lotta alla pandemia
”La società pakistana è diventata intollerante e vivere come una minoranza religiosa sta diventando sempre più difficile”, si legge nella nota, firmata dal presidente della Ncjp, monsignor Joseph Arshad, da padre Emmanuel “Mani” Yousaf, direttore nazionale e da Cecil Chaudhry, direttore esecutivo. “Questo non è un caso isolato. Ci sono molti episodi che non vengono segnalati”, denuncia Giustizia e Pace. “Le minoranze religiose continuano a subire discriminazioni quotidiane, che si tratti del rifiuto delle scorte di cibo e di aiuti per l’attuale pandemia o di negare dispositivi di protezione personale agli operatori sanitari e ai lavoratori dei servizi essenziali che appartengono a minoranze”.
L’omicidio di Nadeem non resti impunito
Giustizia e Pace chiede quindi alle forze dell'ordine di fare il possibile per consegnare alla giustizia il colpevole dell'omicidio di Joseph Nadeem : “Questo caso è una chiara violazione dei diritti umani e contro la legge e non può restare impunito". Monsignor Arshad ha espresso vicinanza alla famiglia della vittima che è ancora minacciata dai vicini, chiedendo alle autorità adeguate misure di protezione.
No allo stop ai lavori per il tempio indù a Islamabad
La Commissione Giustizia e Pace - riporta Ucanews - si è unita anche alle critiche alla controversa decisione delle autorità locali di Islamabad di bloccare i lavori di costruzione di un tempio indù nella capitale pakistana. La decisione è seguita alle violente proteste di alcuni estremisti musulmani contro il via libera dato dal Premier Imran Khan allo stanziamento di 100 milioni di rupie (pari a 597mila dollari) per la costruzione del tempio. Secondo il direttore della Ncjp, padre Emmanuel Yousaf, essa “riflette la non accettazione delle minoranze religiose che sono parte integrante del Paese da secoli”. “Questo atto mina le garanzie previste all'articolo 20 della Costituzione pakistana che riconosce alle minoranze la libertà di professare la religione e gestire le proprie istituzioni", ha aggiunto, ribadendo che il governo deve salvaguardare i loro diritti costituzionali.
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