Gran Sasso: si apre il “Sentiero dei due santi”, dedicato a Gabriele e Giovanni Paolo II
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Un nuovo sentiero tra le montagne del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in Abruzzo, tanto amate e frequentate da san Giovanni Paolo II e che ospitano anche il santuario di san Gabriele dell’Addolorata, il giovane novizio passionista scomparso nel 1862, a soli 24 anni, e proclamato patrono dei giovani cento anni fa da Benedetto XV. Lo ha realizzato l’Ente Parco, lungo i 39 chilometri che uniscono il santuario di san Gabriele, in provincia di Teramo, visitato ogni anno da più di 2 milioni di pellegrini, con il primo santuario al mondo dedicato a san Giovanni Paolo II, nel piccolo borgo di San Pietro della Ienca, in provincia de L’Aquila.
Trentanove chilometri e 14 ore di cammino
Chiamato per questo il “Sentiero dei due santi, si percorre in circa 14 ore e attraversa un territorio ricco di risorse naturalistiche e testimonianze storiche e religiose, con panorami tra i più belli degli Appennini. Viene inaugurato stasera alle 19 con una messa al santuario di san Gabriele, presieduta dal vescovo di Teramo-Atri, monsignor Lorenzo Leuzzi, con il rettore del santuario, padre Dario Di Giosia e alla presenza del presidente del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, Tommaso Navarra. Al termine della celebrazione, il simbolico taglio del nastro all’imbocco del “Sentiero dei due santi”, che inizia proprio davanti al nuovo santuario.
2020, l'anno dei due centenari
Una cerimonia programmata per il 13 maggio, in occasione del centenario della canonizzazione di Gabriele dell’Addolorata, al secolo Francesco Possenti, e della sua proclamazione a protettore dei giovani. Pochi giorni dopo, il 18 maggio, a Wadovice, in Polonia, nasceva Karol Wojtyla che sarebbe diventato Papa Giovanni Paolo II. Il 30 giugno 1985 il Pontefice, che ha creato le Giornate mondiali della gioventù, avrebbe compiuto una storica visita al santuario di san Gabriele.
Monsignor Leuzzi: due santi per i giovani
Purtoppo la pandemia di Covid-19 ha fatto annullare il programma e spostare tutte le celebrazioni del centenario al 27 febbraio 2021, festa liturgica di san Gabriele. Ma appena possibile, e all’inizio di questa estate in “fase 3”, monsignor Lorenzo Leuzzi ha voluto che il sentiero venisse inaugurato, “come segno di speranza e ripartenza per i giovani”.
R. - La benedizione dell’inizio del "Sentiero dei due santi", che collegherà il santuario di San Gabriele con il santuario di San Pietro della Jenca è un momento importante per i giovani, soprattutto in questa fase di ripartenza. Tutto era stato programmato in maniera più ampia, ma con la pandemia abbiamo rinviato momenti di riflessione, di preghiera e altre iniziative al prossimo anno. Però credo che sia molto importante oggi dare un segnale che stiamo ripartendo e che l’apertura di questo sentiero, che il Parco del Gran Sasso ha voluto realizzare, sia anche un segno di rinascita. Per cui mi auguro che molti giovani possano percorrere questo sentiero e noi ci impegneremo, nel prossimo anno, durante il quale celebreremo il Giubileo del centenario della canonizzazione di san Gabriele, che era programmato per quest’anno, a far sì che possa essere una grande occasione per le nuove generazioni di approfondire il grande messaggio che unisce san Gabriele con san Giovanni Paolo II. Vorrei ricordare che 35 anni fa fu Giovanni Paolo II a consacrare la nuova cappella dove è presente il corpo di San Gabriele. Io spero molto che questo piccolo ma significativo segno, perché si tratta di un sentiero di 39 km molto impegnativo dal punto di vista anche fisico, per i giovani possa essere un'occasione di riflessione, di preghiera di condivisione e per tutta la Chiesa un servizio, perché nel ricordo di san Gabriele e di san Giovanni Paolo II possiamo riproporre il grande dono della fede cristiana e dell’incontro con Cristo, che sia san Gabriele che san Giovanni Paolo II continuano a donare ai nostri giovani
E’ importante per i giovani, dopo tanto divano durante il lockdown, rimettersi in cammino?
R. – E’ un grande dono che noi dobbiamo sollecitare. Perché i giovani hanno vissuto in maniera passiva questa esperienza e soprattutto per i nostri giovani adolescenti, gli universitari e quelli che si preparano anche a inserirsi nel mondo del lavoro, l'immagine di un sentiero, di un camminare in salita, è un grande messaggio di speranza, perché certamente la ripartenza sarà molto complessa. E noi, come Chiesa non soltanto attraverso il segno di un sentiero, ma anche attraverso altre iniziative che stiamo realizzando in diocesi, dobbiamo essere vicini ai giovani, perché possano superare quella paura di prendere coscienza delle proprie capacità. Tutta la pastorale giovanile deve aiutare i ragazzi a trovare forza nelle proprie capacità e in questo credo che i messaggi di san Gabriele e di san Giovanni Paolo II siano davvero di grande aiuto. Perché hanno insegnato e ci insegnano ancora come davvero il Signore è presente nella vita di ciascuno di noi e soprattutto quando in età giovanile si è chiamati a progettare la propria vita.
Stanno tornando i giovani pellegrini al santuario di San Gabriele dell'Addolorata?
R. – Il santuario è ancora in fase di rilancio. Io ho voluto proprio che questa proposta del Parco del Gran Sasso fosse accolta e sono contento che i Padri passionisti (ai quali è affidato il santuario, n.d.r.) hanno accolto questa proposta, perché è un primo segno per invitare i giovani a tornare. Sono molto fiducioso che piano piano, con le varie iniziative, ma soprattutto pensando al prossimo Giubileo che inizia il 27 febbraio 2021, ci possa essere la grande occasione per aiutare i giovani a ritrovare nel santuario di san Gabriele un luogo non solo di preghiera, di comunione, ma soprattutto di ripartenza.
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