Uganda, Caritas in aiuto di oltre un milione di persone in difficoltà per la pandemia
Alessandro Di Bussolo / Alina Tufani – Città del Vaticano
Più di un milione di persone in difficoltà a causa della pandemia di Covid-19, assistite nelle diocesi dell’Uganda dove il virus ha fatto più danni, anche economici, con un investimento di oltre 400 mila dollari. Sono i numeri dell’impegno di Caritas Uganda durante l’emergenza sanitaria, inseriti nel rapporto presentato sul sito web della Conferenza episcopale ugandese. Dal 21 marzo, quando il governo di Kampala ha introdotto le cosiddette "Procedure operative standard" (Sop) che stabiliscono le restrizioni alle riunioni pubbliche, la quarantena obbligatoria, i test per i casi sospetti, il divieto di trasporto pubblico e la rigorosa osservanza dell'igiene, gli oltre 37 milioni di ugandesi hanno dovuto fare i conti, oltre che con il nuovo coronavirus, con la grave situazione economica e sociale causata dall'emergenza sanitaria.
Un milione e 230 mila assistiti, anche rifugiati
Una situazione che Caritas Uganda ha visto come un'opportunità speciale per contribuire allo sforzo nazionale per fermare la diffusione del virus e fornire assistenza sociale. Ed è riuscita a raggiungere oltre 1 milione e 230 mila persone in difficoltà tra ugandesi, rifugiati e richiedenti asilo. Il sostegno della Caritas è stato fornito sotto forma di servizi domestici, cibo, dispositivi di protezione individuale (DPI), materiale sanitario e denaro, privilegiando le donne in attesa di accedere ai servizi prenatali e gli anziani.
L'impegno a Gulu, dal carburante ai disinfettanti
Nel dettaglio, ad esempio, nell'arcidiocesi di Gulu la Caritas ha sostenuto la task force distrettuale con carburante, campagne di sensibilizzazione radiofoniche, kit igienico-sanitari, detersivi, contenitori per l'acqua, disinfettanti e formazione di volontari. La rete della Caritas ha anche sostenuto il governo nella formazione di squadre di sorveglianza per individuare possibili focolai di infezione e nella preparazione degli operatori sanitari a gestire i decessi. Ha inoltre fornito due veicoli con autisti a tempo pieno per la sorveglianza, a beneficio di circa 200 mila persone. L'assistenza è stata estesa a 4 mila rifugiati nell'insediamento di Pagirinya, dove la Caritas ha distribuito materiale igienico, tra cui saponette, lavamani, mascherine e disinfettanti per le mani ai leader dei rifugiati e ai coordinatori della comunità.
Aiuto agli orfani e alle donne in gravidanza
A Kasana Luweero, la Caritas ha raggiunto 7.800 orfani e 25 strutture sanitarie che hanno ricevuto attrezzature protettive e la formazione di 50 operatori sanitari, che raggiungono circa 500 villaggi con informazioni sulla prevenzione. Inoltre, attraverso l'Organizzazione per lo sviluppo della diocesi di Masaka, ha acquistato e distribuito impianti per il lavaggio delle mani, sapone e cibo per i bisognosi in quarantena e ha fornito il trasporto alle madri incinte per l'accesso alle cure materne, aiutando 3.245 persone. La Caritas Kampala ha distribuito materiale igienico-sanitario e mascherine a 69 parrocchie e case di accoglienza per bambini e giovani, aiutando almeno 196.712 persone: La Caritas Nebbi ha sostenuto un totale di 5.115 persone nei distretti di Zombo e Packwach, e la Caritas Tororo ha aiutato più di 6.411 persone fornendo formazione, attrezzature per il lavaggio delle mani e promuovendo la sensibilizzazione attraverso la radio.
Informazione e sensibilizzazione attraverso radio e volontari
Caritas Fort Portal, che copre i distretti nel quali l'agricoltura è l'attività economica principale, ha garantito che i contadini ricevessero materiale igienico e di sensibilizzazione, raggiungendo almeno 5.800 persone. Caritas Hoima, che opera in un'area identificata come una delle più colpite da Covid-19, ha svolto attività di sensibilizzazione attraverso gli operatori sanitari dei villaggi e la radio, raggiungendo circa 8.000 persone. Caritas Kasese, che opera nei distretti al confine con l'Uganda e la Repubblica Democratica del Congo, si è concentrata sulla sensibilizzazione attraverso la radio e il materiale informativo per garantire che la comunità comprendesse la gravità della pandemia.
Dispositivi di protezione individuale negli ospedali
L'ufficio nazionale di Caritas Uganda, che in tre diocesi, Kasese, Nebbi e Gulu, ha lanciato un piano di risposta insieme all'Ufficio medico cattolico dell'Uganda, ha consegnato dispositivi di protezione individuale (Dpi) alle strutture sanitarie dei distretti ad alto rischio, ha fornito servizi igienici alle famiglie e ai centri più vulnerabili e ha lanciato una campagna di sensibilizzazione in diverse località. La Conferenza episcopale ugandese, attraverso il suo presidente monsignor Joseph Anthony Zziwa, ha ringraziato il lavoro della rete Caritas, e in particolare dei suoi benefattori, e ha chiesto che lo spirito di fratellanza rimanga forte.
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