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Appello del Wcc: in Sud Sudan, porre fine a brutalità e violenze

Dopo gli ultimi fatti di sangue nel Paese africano, il Consiglio mondiale delle Chiese esorta “tutte le comunità a rifiutare la violenza”. La voce del Wcc si unisce a quella di altri organismi ecumenici, come la Conferenza delle Chiese di tutta l’Africa

Isabello Piro - Città del Vaticano

Nei giorni scorsi, almeno 23 persone sono morte ed altre 20 sono rimaste ferite in un assalto perpetrato da uomini armati contro la chiesa episcopale di Athooch. Alcuni bambini sono stati anche presi in ostaggio. Altri tre minori, invece, sono stati barbaramente massacrati da ignoti nella loro casa di Juba, mentre la madre era assente. Esprimendo “profondo dolore e preghiere per vittime, i feriti e le loro famiglie”, il Wcc ribadisce che “di fronte a tanta brutalità, l’umanità deve restare unita per impegnarsi nel rispetto e nella protezione reciproca, così come nella prevenzione di simili atti di violenza”.

“Uccidere i bambini e gli innocenti è contro ogni principio della nostra fede e nega l’identità stessa dell’essere cristiani (Wcc)”

La violenza non è la soluzione

Il Consiglio mondiale delle Chiese esorta, perciò, “tutte le comunità a rifiutare la violenza”, ricordando che “dopo anni di insicurezza e di instabilità, dovrebbe ormai essere chiaro che la brutalità non è una soluzione alle sfide che deve affrontare il Sud Sudan”. Inoltre, “in questi tempi difficili a causa della pandemia da Covid-19”, gli autori di simili attacchi dovrebbero “desistere” da ogni atto criminale, così da generare “la calma”.

“Di fronte a tanta brutalità, l’umanità deve restare unita per impegnarsi nel rispetto e nella protezione reciproca, così come nella prevenzione di simili atti di violenza”

La voce del Wcc si unisce a quella di altri organismi ecumenici, come la Conferenza delle Chiese di tutta l’Africa che deplora la morte di tante “anime innocenti che non hanno la minima idea di cosa sia un conflitto” ed esorta, al contempo, le autorità nazionali a dare “piena attuazione all’Accordo di pace in Sud Sudan troppo a lungo rimandata”. Sulla stessa linea, il Consiglio delle Chiese del Sud Sudan che definisce l’uccisione di bambini “un atto barbaro, atroce e intollerabile”. “I più piccoli sono un dono meraviglioso di Dio - afferma l’organismo ecumenico - e devono essere amati, curati e protetti dalla comunità e dalla società, non sfruttati, trascurati o maltrattati”. Sulla stessa vicenda si erano già espressi i vescovi cattolici sud-sudanesi, che avevano richiamato il diritto alla vita come “componente fondamentale della dignità umana di ogni persona” che “nessuno ha il diritto di strappare via”.

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10 agosto 2020, 15:47