Al via #cartadileuca2020: sulle orme di don Tonino Bello
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
Vivere sulle diverse sponde del Mediterraneo, lontani gli uni dagli altri, ma non troppo. Proprio come su di una scacchiera fatta di colori, culture e religioni diverse ma con una possibilità comune: incontrarsi e imparare a dialogare. L'obiettivo? Costruire un futuro migliore. E' il senso della Carta di Leuca - quest'anno alla V edizione - laboratorio interculturale e interreligioso dei giovani che vogliono impegnarsi per costruire la pace.
Molto ricco il programma di questa edizione iniziata nella mattinata di oggi, con il saluto di don Stefano Ancora, presidente della Fondazione e il messaggio di monsignor Vito Angiuli, vescovo di Ugento–S. Maria di Leuca. Nella mattianta, gli interventi di Romano Prodi, inviato speciale dell’Onu per il Sahel, e di Adriano Giannola, presidente Svimez. Previa iscrizione, l'appuntamento serale è alle 19 su Zoom per un confronto in aule digitali. Tutte le informazioni sono reperibili sul sito della Fondazione “Terre del Capo di Leuca – De Finibus Terrae”, che ha organizzato l'evento grazie anche ad una rete di collaborazioni.
"Abilitare soprattutto i ragazzi all'arte del dialogo con la consapevolezza che il dialogo diventa sempre più una sfida nella nostra cultura e nel nostro mondo", è una delle aspirazioni della Carta. Lo spiega nell'intervista don Gionatan De Marco, il direttore della Fondazione impegnata dal 2016 in questo evento annuale:
R.- Il dialogo deve essere in grado di trasformarsi in rapporti e legami di amicizia, ma anche capace di diventare diplomazia, impegno concreto per la rivoluzione d'amore che stiamo cercando di tessere di anno in anno insieme con tutti coloro che sposano il progetto di carta di Leuca.
Causa Covid, l'evento di quest'anno si svolgerà via web. Sono previsti altri cambiamenti o novità per i ragazzi?
R.- Il coinvolgimento dei giovani è un po' particolare perché, se nelle prime quattro edizioni li abbiamo ospitati nella nostra terra vivendo con loro delle esperienze in loco di conoscenza del territorio, ma soprattutto attraverso i tavoli della convivialità - esperienze vere di dialogo e di confronto - quest'anno viviamo un'esperienza un po' particolare data la situazione mondiale dovuta alla pandemia. Quest'anno abbiamo 120 ragazzi iscritti, di oltre 20 nazionalità, ci saranno degli animatori, soprattutto per i tavoli della convivialità che un po' coordineranno il dialogo tra di loro e poi li aiuteranno a passare dalla propria esperienza, dal proprio pensiero e dalla propria cultura, ad un pensiero quanto più condiviso possibile.
L'esempio di Don Tonino Bello, come può essere e proporsi, bussola comune di fronte a uno scacchiere culturale così variegato?
R.- Carta di Leuca è nata proprio per attualizzare il pensiero di Don Tonino Bello e farlo diventare poi anche un'esperienza concreta di partecipazione. Penso che il suo pensiero sia sempre più attuale quanto più andiamo avanti, quanto più ci allontaniamo dal suo essere stato in mezzo a noi. Il suo pensiero diventa sempre più attuale e la sua profezia diventa sempre più urgente: "Si può vivere in pace soltanto se si impara a vivere l'uno per l'altro". Noi, con Carta di Leuca, vogliamo che il messaggio di Don Tonino non sia soltanto un messaggio ricordato, ma sia soprattutto un messaggio incarnato dalla nostra terra che è una "terra finestra", come l'ha definita Papa Francesco, e dove il Mediterraneo - con tutte le sue dinamiche e problematiche, ma anche con tutte le sue scommesse - si presenta come un orizzonte che ci invita e ci interpella a mettercela tutta perché sia un orizzonte di pace.
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