Bielorussia: 18 agosto, preghiera per la pace. No a nuove tensioni
Isabella Piro e Giancarlo La Vella - Città del Vaticano
“Invitiamo tutti i cristiani a unirsi nella recita del ‘Padre Nostro’ per il popolo bielorusso, martedì 18 agosto alle ore 18.00, affinché la verità, la giustizia e la pace prevalgano”: questa l’iniziativa di preghiera lanciata dal Comitato Esecutivo di Giustizia e Pace Europa, di fronte all’attuale situazione che si vive in Bielorussia. Dopo le votazioni presidenziali del 9 agosto, infatti, migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per protestare contro la sesta rielezione di Alexander Lukashenko. Ne sono seguiti scontri con le forze di sicurezza che hanno provocato morti, feriti e numerosi arresti. “La repressione dei diritti e delle libertà civili si è intensificata – scrive Giustizia e pace Europa in una nota - Questo allarmante situazione rappresenta una grave minaccia per la giustizia e la pace non solo in Bielorussia, ma in tutta la regione”. Di qui, la forte denuncia dell’organismo europea contro “ogni forma di violenza” e la richiesta di “rilascio immeditato di tutti coloro che sono stati arrestati senza alcuna giustificazione”.
Le autorità bielorusse vengono, quindi, esortate ad “aderire ai principi democratici e a rispettare pienamente i diritti umani, compreso il diritto alla vita, la libertà di assemblea, di stampa e di espressione”. Giustizia e pace Europa sostiene, poi, gli sforzi dell’Ue affinché “lavori su misure mirate contro i responsabili di gravi violazioni dei diritti umani”. La medesima solidarietà viene espressa nei confronti dei vescovi cattolici della Bielorussia e del loro appello a “cercare la verità sulla base di un dialogo pacifico e inclusivo tra la leadership politica bielorussa e la società tutta, così da evitare ulteriori violenze.
Un nuovo confronto tra Russia ed Europa
Intanto in Bielorussia continua la protesta popolare contro la rielezione plebiscitaria del presidente Lukashenko, giudicata dalle opposizioni non regolare. Al capo dello Stato è arrivata la promessa di sostegno dalla Russia, mentre l’Europa chiede la fine della repressione ed elezioni regolari. Secondo Fulvio Scaglione, esperto di est Europa, Bruxelles e Mosca dovrebbero agire nella crisi bielorussa con molta più prudenza di quanto non hanno fatto in quella ucraina. In quel caso nessuno ha ottenuto quel che voleva e la crisi armata si è prolungata troppo a lungo.
In particolare il contestato Lukashenko incassa la promessa di sostegno da parte della Russia di Putin di fronte alla protesta montante dell'opposizione. Dall’Europa invece allo studio possibili sanzioni a Minsk, mentre il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, afferma il diritto dei bielorussi a decidere del proprio futuro e di eleggere in modo libero il suo leader. Dopodomani tra l'altro sarà convocato un vertice straordinario europeo sulla crisi in Bielorussia. Tuttavia, afferma Scaglione, l'Europa deve evitare di far vedere che la protesta antiregime di Minsk sia sostenuta dall'estero, poichè in tal caso indebolirebbe la protesta stessa.
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