Lourdes, il rettore: l’era Covid non frena il servizio ai più fragili
Marine Henriot – Città del Vaticano
Cinquecento persone possono sembrare tante o poche in un pellegrinaggio, dipende dai luoghi. Per Lourdes non sarebbe un numero rilevante se non fosse per la sfida logistica alle restrizioni della pandemia e per la presenza di un “pellegrino” illustre, il cardinale Pietro Parolin.
Proprio il segretario di Stato ha presieduto oggi la Messa al Santuario francese, che ospita il tradizionale pellegrinaggio nazionale organizzato dai Padri Assunzionisti. Pellegrinaggio numero 147 ma attraversato da un vento di novità come spiega a Vatican News il rettore, monsignor Olivier Ribadeau Dumas.
R. – Credo che veramente importante che questo pellegrinaggio, sia pure in forma ridotta, abbia luogo proprio in questo momento difficile che tocca noi tutti. La “Famille de l’Assomption” (la Congregazione degli Assunzionisti – ndr) che organizza questo pellegrinaggio a stretto contatto con il Santuario ne ha previsto lo svolgimento in diverse giornate, sia a Lourdes sia nelle diverse regioni. A Lourdes saranno presenti 500 persone provenienti dalla Francia, ma gli organizzatori hanno fatto in modo che questo pellegrinaggio possa essere vissuto grazie alla presenza degli “ospedalieri” che fanno visita ai malati sul posto, là dove si trovano, per consentire loro di vivere un pellegrinaggio a distanza.
Come conservare l’essenza stessa del pellegrinaggio a Lourdes, considerando che l’abituale folla di pellegrini non potrà recarsi fisicamente sul posto?
R. – L’essenza del pellegrinaggio di Lourdes, della quale lei parla, comprende tre aspetti: l’attenzione al più piccolo e al più debole, ai malati. I malati verranno in numero ridotto ma saranno presenti. In effetti, un aspetto particolare è che in questi ultimi mesi sono veramente pochi i malati fisicamente presenti a Lourdes.
Ma questo non significa che siano assenti dalla vita del Santuario, perché loro stessi inviano tante intenzioni di preghiera e noi tutti i giorni le portiamo, in preghiera, alla Grotta, perché gli “ospedalieri” sono là, e sono portatori di fraternità e di carità. Allo stesso modo, tra le persone fragili non sono solo i malati sulle barelle, ma ci sono anche le persone disabili, persone che vivono nella precarietà… Credo che Lourdes viva nonostante i malati non siano presenti. Lourdes ha questa missione tutta particolare, quella di essere luogo di accoglienza di tutti e questa missione continua.
Quale significato attribuisce alla presenza del cardinale Pietro Parolin?
R. – Sono felice della presenza del cardinale Parolin, segretario di Stato del Santo Padre, perché essa manifesta ancora una volta l’attenzione della Santa Sede per i Santuari, in generale e in particolare per il nostro Santuario di Lourdes. Il Papa ha già manifestato l’importanza che attribuisce a questo Santuario, al suo irraggiamento ma in egual misura alla pastorale che ne scaturisce, alla cura riservata alla devozione popolare, al suo carattere internazionale, all’accoglienza di tutti e alla presenza dei malati. Per questo, la presenza del cardinale Parolin tra di noi è un vero supporto e un motivo di grande gioia.
Il pellegrinaggio alla presenza di un inviato del Papa contribuirà a dare risonanza internazionale ancora maggiore al messaggio della Vergine, in particolare in questi tempi che stiamo vivendo?
R. – Il Santuario di Lourdes è un santuario il cui carattere internazionale è consustanziale alla sua esistenza. A Lourdes non si pensa in francese per tradurre in altre lingue: è necessario che si pensi alla maniera “interculturale” – e questo è essenziale. Oggi il Santuario non è mai vuoto, ci sono ogni giorno tra le 10 mila e le 15 mila persone che vengono a pregare e tra queste, per esempio, ci sono tanti Tamil: sono centinaia, migliaia che passano da Lourdes. Ecco, possiamo dire che l’irraggiamento di Lourdes supera ampiamente i confini della Bigorre e del Paese stesso. E così, la presenza del cardinale Parolin, così vicino al Papa, garante della comunione della Chiesa universale, è il segno del fatto che la cattolicità della Chiesa si vive qui in maniera tutta speciale e sono sicuro che il cardinale rivolgerà un messaggio a chi lo ascolterà a Lourdes ma anche oltre, perché sarà trasmesso, e quindi a tutti i cattolici del mondo.
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