Nicaragua: domenica di preghiera, dopo attentato a Cattedrale di Managua
Isabella Piro - Città del Vaticano
È una domenica di preghiera e silenzio quella che vive oggi, 2 agosto, l’arcidiocesi di Managua, in Nicaragua, dove venerdì è stato perpetrato un attacco contro la Cattedrale: secondo alcuni testimoni, un uomo incappucciato ha lanciato una bomba molotov nella cappella del “Sangue di Cristo” all’interno della Chiesa intitolata all’Immacolata Concezione. Le fiamme che vi sono divampate hanno bruciato un antico Crocifisso. “Supplica e lacrime”, dunque, sono le note che contraddistinguono la giornata odierna, indetta dall’arcivescovo locale, il cardinale Leopoldo José Brenes. “L’obiettivo - si legge sul sito web del Celam (Consiglio episcopale latinoamericano) - è quello di pregare come atto di riparazione per l’oltraggio, la mancanza di rispetto, il sacrilegio e la profanazione di Gesù nella sua reale presenza nel Santissimo Sacramento”. Il porporato chiede ai fedeli di perdonare l’autore dell’attentato e sottolinea: “Questa azione malvagia ha ferito anche tutti noi, sacerdoti, religiosi e religiose, fedeli, uomini e donne di buona volontà”.
Le modalità
La Giornata di preghiera e silenzio può essere vissuta in tutte le chiese, le parrocchie e le cappelle dell’arcidiocesi, nonché in casa e sui social network, prendendo parte ad alcune iniziative: restare in silenzio durante tutto il giorno; pregare davanti al Crocifisso; digiunare; recitare il Rosario; promuovere “la pace nei cuori per non cadere nella tentazione della provocazione e dell’odio”.
La solidarietà internazionale
Intanto, alla Chiesa di Managua continuano a giungere messaggi di solidarietà da diverse parti del mondo. Lo stesso Celam, in una nota a firma di tutta la presidenza, afferma: “Ci uniamo in solidarietà con la Chiesa nicaraguense che accompagna instancabilmente il suo popolo”, nonostante “i problemi strutturali dell'ordine economico e sociale”, cui si aggiungono “i rigori della pandemia” da coronavirus, e “le avversità a cui resistono radicati nella fede, dalla quale attingono forza e speranza per superare le difficoltà, con un'esemplare dimostrazione di generosità e fratellanza". “Condanniamo - continua la nota - questo e qualunque altro atto di sacrilegio o profanazione che attenti contro la vita spirituale dei fedeli e l’opera evangelizzatrice della Chiesa, specialmente in questi tempi difficili di pandemia in cui viviamo”.
Sforzi di pace
La nota del Celam si conclude con l’auspicio che le autorità chiariscano al più presto le dinamiche di questo atto di violenza “che non è mai accettabile, in alcun modo, da qualunque parte provenga”. “Tutti - sottolinea il Consiglio episcopale latinoamericano - dobbiamo continuare a compiere sforzi per vivere in pace e in armonia, lavorando per lo sviluppo dei nostri popoli”.
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