Nigeria. Il no delle Chiese al controllo governativo sulle ong
Lisa Zengarini - Città del Vaticano
“Inaccettabile, empia e riprovevole”. È netta la bocciatura dei leader religiosi cristiani nigeriani della "Companies and Allied Matters Act" (CAMA), il provvedimanto, firmato il 7 agosto dal Presidente Muhammadu Buhari, che di fatto sottopone al controllo governativo anche le attività delle Chiese. In questo senso si esprime una dichiarazione pubblicata nei giorni scorsi l’Associazione cristiana della Nigeria (Can), di cui è membro anche la Chiesa cattolica, che parla di una “bomba ad orologeria”.
I punti critici
Grande preoccupazione destano, in particolare, i punti 1 e 2 della Sezione 839 che attribuiscono alla Commissione il potere di sospendere in determinati casi gli amministratori di una associazione (nel caso specifico una Chiesa) e "nominare commissari per gestire i suoi affari correnti”. "Come può il Governo licenziare chi gestisce una Chiesa che non ha contribuito a fondare? Come può un ministro laico e politico essere l'autorità preposta agli affari e alla gestione di un'istituzione che non è politica?", chiede la Can, ricordando che proprio per questo motivo il testo era stato già bocciato in un’audizione dalle Chiese e da altre ong. Una bocciatura ignorata dal Presidente Buhari che ha deciso di procedere comunque al varo della provvedimento.
La richiesta delle Chiese
“La Chiesa non può essere controllata dal Governo perché ha responsabilità e obblighi spirituali", insistono le Chiese cristiane che chiedono all’Esecutivo di sospendere l'attuazione della legge “fino a quando le istituzioni religiose non ne saranno esentate", e di ripresentare al più presto il testo all’Assemblea nazionale per emendarlo.
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