Monsignor Pennisi: “Prendersi cura della Casa Comune nelle piccole cose"
Alessandra Zaffiro - Città del Vaticano
Ad Altofonte le oltre 400 persone evacuate, le cui case sono state minacciate dalle fiamme, sono rientrate nelle proprie abitazioni. Vigili del fuoco, protezione civile e canadair in azione da sabato sera. Non si registrano vittime, ma ettari di boschi e vegetazione sono andati in fumo e molti animali sono stati uccisi dalle fiamme. Pochi i dubbi sull’origine dolosa degli incendi.
“Non basta più spegnere gli incendi, occorre un’azione di prevenzione, bloccando sul nascere l’azione dei piromani, anche con ronde di pattugliamento e un’attività di intelligence messa in campo dall’autorità giudiziaria attraverso le forze dell’ordine”, ha dichiarato ieri Salvo Cocina, direttore del Dipartimento di Protezione Civile della Regione Sicilia.
“Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo”. E’ la stima di Coldiretti sugli effetti dell’incendio divampato ad Altofonte, in Sicilia ed in altre regioni della Penisola. “Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo, a preoccupare – sottolinea Coldiretti – è proprio l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente”.
Un grave peccato contro Dio
Monsignor Michele Pennisi, a margine dell’incontro con l’Azione Cattolica diocesana sul tema “Il pianeta che speriamo: ambiente, lavoro, futuro”, ha subito espresso solidarietà alla comunità di Altofonte:
R. - “Il mio appello è quello di prendersi cura della Casa Comune che il Signore ci ha dato. Papa Francesco nell’Enciclica ‘Laudato sì’ rivolge un appello alla responsabilità di ciascuno e di tutti in base al compito che Dio ha dato a ogni essere umano di creare e custodire il giardino del Creato. In occasione di questi incendi tutti si lamentano perché il Creato viene violentato, però è importante che nella vita quotidiana ci sia veramente un’attenzione alla cura del Creato, anche attraverso le scelte piccole della vita quotidiana: perché nella misura in cui ci si interessa del Creato solo quando succedono dei disastri e non invece ogni giorno, allora si rischia di non avere una cura continua del Creato. La giornata di preghiera per il Creato fatta assieme agli ortodossi, anche a persone di buona volontà, vuole essere una giornata di sensibilizzazione, non perché ci si interessi della cura del Creato una volta l’anno, ma perché sia una responsabilità di tutti durante tutto l’anno”.
In che modo la Caritas e le parrocchie si stanno attivando per aiutare chi ha subito danni?
R. - “Mi sono recato alla comunità di Altofonte, in realtà nel centro Don Pino Puglisi dove erano state raccolte le famiglie non c’è più nessuno. Le famiglie sono ritornate alle loro case o a quelle dei parenti. Sono andato a trovare il parroco, ho parlato anche col direttore della Caritas e anche con l'altro parroco vicino, adesso sono loro a valutare se ci sono delle persone che si trovano in difficoltà. Devo dire che grazie a Dio, nonostante e purtroppo si sia bruciato questo bosco molto grande che costituisce veramente una riserva naturale, ci siano stati danni ad alcune abitazioni e a delle automobili, non ci sono stati danni alle persone. Adesso si tratta di valutare che danno economico hanno avuto queste persone e poi di provvedere adeguatamente”.
Condanna morale per chi incendia la Casa Comune
R. - Ma come fermare la mano di chi pensa di distruggere la Casa Comune? Secondo l’arcivescovo di Monreale “si può fermare innanzitutto con una condanna morale che deve essere senza se e senza ma. Purtroppo - aggiunge monsignor Pennisi - debbo dire, essendo stato sui luoghi, che non si tratta di qualche folle, si tratta di una organizzazione, non so se di folli, di delinquenti perché l'incendio è partito di sera alle nove meno un quarto almeno in cinque punti e poi i punti sono diventati otto, quindi questo significa che non c’è un folle solo, ma c’è un'organizzazione che sta sotto. Non si capisce per quali finalità criminali abbia fatto questo. Allora ho ribadito che violentare la natura, incendiare i boschi è un peccato contro Dio che ci ha creato. E’ importante un’opera di sensibilizzazione e poi certamente un’opera di prevenzione nei confronti di queste persone”.
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