Donne in Sudafrica: il Covid soffoca, respiriamo con la preghiera
Alessandro De Carolis – Città del Vaticano
Il coronavirus toglie il respiro in tanti modi. Ti infetta i polmoni e hai bisogno di un respiratore artificiale. Ti intacca le certezze e allora hai bisogno di far respirare l’anima. È un po’ questa consapevolezza che ha spinto l'Unione delle donne cattoliche del Sudafrica (Saucwo) a indire una giornata di preghiera online. “Non riesco a respirare” è per l’appunto il titolo e nasce – spiega a Vatican News la presidente Fikile Motsa – “dal desiderio di colmare il senso di solitudine” innescato dalla pandemia.
Sostegno a vicenda
“Abbiamo scelto questo tema “I cant’ Breathe” guardando ai casi di Covid-19: molte delle nostre donne – spiega Fikile Motsa – hanno perso il lavoro, i mariti stanno a casa, i figli non vanno a scuola. E come donne, madri, il peso è tutto su di loro, su di noi. Vogliamo pregare e chiedere a Dio di intervenire. Abbiamo invitato a questo incontro tutte le donne cattoliche del Sud Africa che avranno possibilità di accedere alla rete, per stringerci in questo momento difficile, per sostenerci a vicenda anche se non ci vediamo fisicamente”.
Nel mese della donna
È il sentimento di “sorellanza” la base per non sentirsi sopraffatte, per avere fiducia in un futuro oggi così condizionato dalla crisi del coronavirus che nel Paese ha colpito oltre 90 mila persone. È la data per promuovere la preghiera online non cade a caso. In Sudafrica il mese di agosto è tradizionalmente dedicato alla donna, in ricordo di quel 9 agosto 1956 quando alcune donne marciarono nel Paese per chiedere di abolire la legislazione sui permessi – quel complesso di norme che imponeva alle persone di colore di portare con sé un documento che dimostrasse la possibilità di accedere in una zona “bianca”.
La tempesta passerà
Oggi c’è altro che sta a cuore alle donne sudafricane, sottolinea la presidente del Saucwo: “Ci piacerebbe vedere maggiore attenzione rivolta alle questioni legate alla violenza di genere, perché stiamo perdendo molte donne a causa di questo tipo di abuso, dall'omicidio allo stupro e vorremmo vedere tutte le donne meglio protette”. Ora intanto, conclude Fikile Motsa, è tempo di “tenersi strette al nostro Gesù e di non avere paura perché Lui è l'unico che può placare la tempesta del Covid-19”. “Teniamo duro, non perdiamo la speranza, non abbiamo paura".
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