Bassetti (Cei): mesi difficili, la Chiesa sia ospedale da campo
Alessandro Guarasci - Città del Vaticano
Il cardinale Gualtiero Bassetti afferma che i prossimi mesi “saranno tutt’altro che facili” e lancia un appello: “Sosteniamoci reciprocamente”. Il presidente della Conferenza Episcopale Italiana apre il Consiglio Permanente, in corso a Roma fino al 23, e ribadisce che serve “prendersi a cuore le persone, la loro dignità, la casa comune, il creato;curare e custodire le relazioni, coltivare e alimentare il dinamismo della comunione, che vive di incontro e di reale condivisione; tessere con convinzione e gratuità una rete di alleanze sociali per promuovere insieme il bene comune, di ciascuno e di tutti”.
Il rinnovamento richiede un passo sinodale
Il cardinale mette in luce che il Papa, “in occasione di una nostra Assemblea Generale di qualche anno fa, ci ricordava che il rinnovamento della nostra pastorale ci richiede un respiro e un passo sinodale: ‘Camminare insieme è la via costitutiva della Chiesa; la cifra che ci permette di interpretare la realtà con gli occhi e il cuore di Dio; la condizione per seguire il Signore Gesù ed essere servi della vita in questo tempo ferito’”. Ne consegue che “forse, proprio le celebrazioni senza la presenza del popolo ci hanno fatto sentire con più forza la ricchezza di carismi e ministeri che anima le nostre comunità e rende tale la Chiesa. Questa stagione ci impegna a far crescere il senso di appartenenza e di corresponsabilità, dando tempo al riconoscimento, all’ascolto e alla stima dell’altro, arrivando ad assumere in maniera concorde e convinta scelte condivise”.
Affrontare strade nuove
“Se ieri la stessa espressione di ‘Chiesa ospedale da campo’ poteva risolversi in un’immagine suggestiva – dice Bassetti - oggi diventa la realtà che attende e impegna la nostra risposta: lontani dall’essere nostalgici, lamentosi o ripiegati su improbabili scorciatoie, sentiamo la responsabilità di affrontare strade nuove, lungo le quali ridisegnare il volto della nostra presenza ecclesiale”. Il cardinale Bassetti dunque ricorda l’impegno della Chiesa durante il lockdown per il coronavirus. “Con quante iniziative le nostre realtà hanno accompagnato e sostenuto la speranza di molti, abitando i tempi vuoti e gli spazi circoscritti, la solitudine degli anziani e la situazione inedita delle famiglie - afferma il porporato - Quanti gesti semplici di attenzione e vicinanza, quante proposte di preghiera e animazione, di catechesi e liturgia ‘a distanza’! Non sono mancati abusi e derive individualistiche, rivelatrici probabilmente di quella che già prima era la qualità di determinate relazioni comunitarie”.
In tanti non hanno possibilità di accesso alle cure
Il presidente della Conferenza Episcopale Italiana sottolinea che a “livello globale, anche in questa emergenza” in tanti “sono costretti a pagare il prezzo più alto a causa di ingiustizie e disuguaglianze sociali, fino a ritrovarsi discriminati nella stessa possibilità di accesso alle cure, derubati della loro dignità dall’indifferenza del mondo. Indifferenza, sufficienza e arroganza che hanno avuto il loro peso nel condurre un atteggiamento aggressivo e predatorio nei confronti dell’ambiente: ora è sotto gli occhi di tutti la stoltezza che ci ha visti proseguire ‘imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato’”.
Il Vangelo annuncio essenziale
Il Vangelo però è una risposta alla crisi che ci ha coinvolto. “A indebolirci non sono mai state le prove, ma le nostre tiepidezze e infedeltà, la mondanità spirituale che ci allontana da una vita evangelica di povertà e di disponibilità, portandoci a pascere noi stessi invece di quanti ci sono affidati – scrive il cardinale - Non fatichiamo, quindi, a intuire che il nostro contributo alla ripresa ha la forma di un annuncio essenziale, radicato nel Crocifisso Risorto, che rimane l’unica vera novità che abbiamo da offrire al Paese”.
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