Calcutta ricorda Madre Teresa. L'arcivescovo: Vedeva Cristo in ogni sofferente
Isabella Piro - Città del Vaticano
Per motivi di sicurezza sanitaria, al rito eucaristico hanno preso parte solo poche suore, ma idealmente da tutta l’India – si potrebbe dire da tutto il mondo – il cuore e il pensiero dei fedeli è volato sino a Calcutta. La celebrazione è stata comunque trasmessa in diretta streaming su web. “La spiritualità di Madre Teresa – ha detto il presule, citato dall’agenzia Ucanews – era basata sulla persona di Gesù e sulla dignità di ogni persona, creata ad immagine e somiglianza di Dio”. “Il mondo sta assistendo ad una pandemia senza precedenti – ha aggiunto monsignor D’Souza – e se Madre Teresa fosse viva oggi, ci direbbe di vedere il volto di Cristo in ogni persona sofferente, morente, e di prenderci cura di loro in ogni modo possibile, condividendo ciò che si ha senza restare indifferenti”.
La vita
Nata a Skopje nel 1910 e giunta in India all’età di 19 anni, Madre Teresa di Calcutta (al secolo Anjeze Gonxhe Bojaxhiu) si pone al servizio dei più poveri dei poveri, operando nelle baraccopoli di Calcutta. Nel 1950 fonda la Congregazione delle Missionarie della Carità che oggi conta circa 5mila suore in oltre 770 Case, di cui 243 in India. Nel 1979 viene insignita del Premio Nobel per la Pace che lei sceglie di devolvere agli indigenti. Beatificata nel 2003 da San Giovanni Paolo II, Madre Teresa è stata canonizzata nel 2016, durante il Giubileo straordinario della misericordia, da Papa Francesco che di lei ha detto: “La misericordia è stata per lei il ‘sale’ che dava sapore a ogni sua opera, e la ‘luce’ che rischiarava le tenebre di quanti non avevano più neppure lacrime per piangere la loro povertà e sofferenza”.
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