Francesco: investire è riprogettare la società
Marina Tomarro - Città del Vaticano
"Investire non può limitarsi ad una promozione puramente funzionale". Un concetto speso infinite volte dal Papa con accenti diversi a seconda delle circostanze. Questa volta è proposto alla platea del Terzo Forum internazionale del Gran Sasso, che si è aperto ieri a Teramo con l'obiettivo di ripartire con nuove progettualità per il futuro. Una finalità che Francesco condivide e allarga di orizzonte. La "consapevolezza" nell'investire, scrive nel telegramma a firma del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, richiede "una nuova progettualità sociale, capace di animare un originale sintesi culturale, al fine di promuovere - è l'auspicio - una nuova coscienza d'interdipendenza e di globalizzazione delle sfode in atto, prima fra tutte quella sanitaria".
Avere una visione d'insieme
“Siamo nella fase di ripartenza – spiega il vescovo della diocesi, monsignor Lorenzo Leuzzi – e noi vogliamo porre le basi per favorire da una parte la collaborazione tra le diverse discipline accademiche, e dall’altra il rapporto con tutte le realtà operanti sul territorio, non solo teramano ma anche nazionale ed europeo. Questo è importante perché se vogliamo ripartire, non si tratta solo di creare progetti organizzativi, ma come Papa Francesco ci ricorda, bisogna avere una visione d'insieme. Per questo è necessario coniugare il verbo "investire" con il verbo "costruire", perché non basta più essere solo competenti, ma bisogna imparare a collaborare con tutti, ad inserirsi in una progettualità senza la quale sarebbe difficile ripartire, perché con la pandemia è emerso ancora di più che la società contemporanea ha bisogno di una nuova capacità concettuale, che non può limitarsi soltanto al saper fare”.
Un confronto tra realtà differenti
Il Forum sarà suddiviso in sedici sessioni parallele, in cui si confronteranno personalità del mondo accademico, politico, sociale ed imprenditoriale, su temi che andranno a spaziare dall’economia e finanza alla tutela ambientale; dallo sport al turismo e territorio; dalla comunicazione alla formazione e lavoro. “È importante il confronto tra queste realtà differenti – continua il vescovo Leuzzi – perché le nuove proposte di ripartenza siano animate da una prospettiva culturale che guardi la globalità di quella visione d'insieme, senza la quale anche i buoni propositi possono diventare incapaci di rispondere alle attese delle nuove generazioni”
Una tavola rotonda dedicata agli atenei africani
Momento particolarmente importante della tre giorni, sarà la tavola rotonda intitolata “Investire nei giovani per un partenariato euro-africano, un anno dopo la Conferenza dei rettori delle università africane”, a cui prenderanno parte diversi rappresentanti degli atenei del Paese. I partecipanti discuteranno della necessità di investire in programmi educativi di innovazione, per proteggere e promuovere il patrimonio culturale africano come fonte rilevante di cambiamento e benessere del Paese. “Formare i giovani con un nuovo partenariato tra l’Europa e l’Africa – sottolinea il presule - è molto significativo, perché li aiuta a sentirsi parte ovunque essi trovino una prospettiva di crescita, che limitata solo alle proprie comunità, rischia di essere poi marginale rispetto ad un contesto che diventa sempre più globalizzato e che è una grande opportunità anche per le piccole comunità locali di poter fare esperienza nella dimensione internazionale”.
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