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Monsignor Luciano Capelli, vescovo di Gizo, Isole Salomone, (foto concessa da Missioni Don Bosco, mdb.org) Monsignor Luciano Capelli, vescovo di Gizo, Isole Salomone, (foto concessa da Missioni Don Bosco, mdb.org)

Le Isole Salomone e i cambiamenti climatici: la testimonianza del vescovo

Monsignor Luciano Capelli, vescovo di Gizo, è da 21 anni nel sud del Pacifico. Ispirato dal carisma salesiano si è attivato per portare aiuto ai migranti che cercano fortuna in queste zone e che finiscono per vivere in condizioni precarie. “Siamo esposti – afferma - alle gravi conseguenze dei cambiamenti climatici”

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

E’ il 2016 quando 5 atolli disabitati delle Isole Salomone, nel sud dell’Oceano Pacifico, spariscono a causa dell’innalzamento del livello del mare dovuto all’aumento della temperatura terrestre. Qui si toccano con mano le conseguenze dei mali inflitti dall’uomo alla terra e che ieri il Papa, in un messaggio, ha ricordato in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato. Da oltre 20 anni su queste isole operano i salesiani che hanno provveduto a costruire scuole e chiese, aiutando a migliorare la condizione di tante famiglie.

A servizio della popolazione

Dal 2007 è vescovo della diocesi di Gizo, monsignor Luciano Capelli, per 35 anni missionario nelle Filippine e poi inviato nelle Isole Salomone dopo un devastante terremoto. Molti lo conoscono come “il vescovo volante” perché dotato di un piccolo ultraleggero che lui stesso guida e con il quale raggiunge chi è più isolato, fornendo cibo e medicine. La sua diocesi è composta da circa 40 isole, con una popolazione totale di 120 mila abitanti, il 15% dei quali cattolico. Ultimamente a Nusabaruku, zona di villaggi di pescatori, è stato inaugurato un istituto primario per i bambini che hanno difficoltà a raggiungere ogni giorno in barca la cittadina di Gizo. Quest’anno le scuole salesiane aiuteranno nell’educazione 205 bimbi.

Accanto ai poveri

“Siamo esposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici – racconta monsignor Capelli – nella nostra zona arrivano migranti che vivono in condizioni precarie perché mancano i servizi di base”. Il vescovo spiega che sono molte le minacce che incombono: dai pesci che scarseggiano perché non c’è più corallo vivo intorno fino ai costi che lievitano; dalle inondazioni che fanno spostare molte persone costrette poi a vivere abusivamente in terreni che non gli appartengono al timore di terremoti e tsunami. “Il Papa ci invita a cambiare rotta, ci esorta ad una maggiore giustizia e qui – spiega il presule - vediamo come questo ci tocca da vicino. Ci sono persone che possiedono molto terreno e chi vive in baracche su isole fatte di corallo morto o in palafitte sulle mangrovie dove però si respirano cattivi odori”.

Il depredamento delle foreste pluviali

“Qui si vede l’ingiustizia – racconta il vescovo di Gizo – per la mancanza di un posto nel quale vivere con dignità. Mancano le scuole, i servizi igienici e sanitari per circa 150 famiglie”. A preoccupare è “un problema – spiega – che nessuno dei potenti sembra vedere”, si tratta della presenza di alcune multinazionali “che non potendo tagliare nei loro Paesi il legname, vengono qui e fanno razzia dei nostri polmoni”. Un aspetto quest’ultimo che Papa Francesco ha messo in luce nel video con l’ intenzione di preghiera di settembre, dedicato al Tempo del Creato: un mese di riflessione iniziato ieri e in programma fino al 4 ottobre, festa di san Francesco d’Assisi. Monsignor Luciano Capelli racconta che è la Chiesa a supplire a tante mancanze, auspica di poter continuare a lungo a servire questo popolo spiritualmente e materialmente, coinvolgendo sempre di più il laicato. “Al momento – conclude – siamo liberi dalla pandemia ma i nostri vicini della Papua Nuova Guinea hanno registrato dei casi, non nascondo che siamo preoccupati”. 

Ascolta le parole di monsignor Luciano Capelli

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02 settembre 2020, 10:24