Santa Sede, Jurkovič: serve approccio globale al diritto allo sviluppo dei popoli
Roberta Barbi - Città del Vaticano
La Santa Sede, riconoscendo il profondo impatto che la crisi dovuta alla pandemia da coronavirus ha avuto sulla società e sull’economia, sostiene e promuove l’invito agli Stati a “non lasciare nessuno indietro” nelle varie risposte che questi daranno alla crisi in corso. Questa la dichiarazione dell'arcivescovo Ivan Jurkovič, Osservatore Permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite e ad altre organizzazioni internazionali a Ginevra, nell’ambito della 45.ma sessione del Consiglio per i diritti umani, con la Relazione del relatore speciale sul diritto allo sviluppo.
Sorvegliare gli abusi nei servizi sociali
Condividendo “la preoccupazione per il calo dei livelli di assistenza” menzionati nel rapporto del relatore sul diritto allo sviluppo e pure la preoccupazione per “la tendenza alla privatizzazione che nel contesto dei partenariati pubblico-privato potrebbe trasformare i servizi sociali in opportunità di guadagno”, monsignor Jurkovič ribadisce quanto siano, in questo contesto, fondamentali le misure di sorveglianza in modo da prevenire e affrontare eventuali abusi in materia.
Sì alla redistribuzione fiscale
“La Santa Sede si rallegra del riconoscimento del ruolo svolto dalla fiscalità politica nell'ambito dei finanziamenti per lo sviluppo e le opportunità presentate per l’integrazione del diritto allo sviluppo e al raggiungimento dell'uguaglianza”, afferma l’arcivescovo, ricordando quanto il diritto fiscale e le politiche monetarie rappresentino un potente mezzo per una giusta distribuzione della ricchezza e per il finanziamento dello sviluppo.
Coinvolgere le popolazioni più vulnerabili
Il relatore – sottolinea l’Osservatore permanente – ha anche evidenziato come gli Stati abbiano la responsabilità primaria per la creazione di condizioni nazionali e internazionali favorevoli alla realizzazione del diritto allo sviluppo. “Un approccio globale è fondamentale – prosegue monsignor Jurkovič – come è importante coinvolgere le comunità e le popolazioni più vulnerabili nella formulazione di decisioni su se e come finanziare lo sviluppo. Questo deve essere al centro dello sviluppo umano integrale per promuovere il pieno esercizio della dignità umana”.
Riunire l'intera famiglia umana
“Questo è il momento di riunire l'intera famiglia umana per cercare una collaborazione in materia di sviluppo integrale come unica alternativa all'egoismo di interessi particolari e alla tentazione di un ritorno al passato, con il rischio di danneggiare gravemente la pacifica la coesistenza e lo sviluppo delle generazioni future”, ha concluso l’arcivescovo.
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