Libano: al via la visita del segretario di Caritas Internationalis
Marco Guerra – Città del Vaticano
Ad oltre un mese della devastante esplosione nel porto di Beirut, che ha causato oltre 220 morti, 6000 feriti e 300.000 sfollati, non si attenua l’impegno per il Libano profuso dalle organizzazioni caritatevoli della Chiesa universale.
La vicinanza del Papa
Nel Paese dei cedri riecheggia ancora forte l’incoraggiamento di Papa Francesco portato dal segretario di Stato cardinale Pietro Parolin con la sua visita, venerdì 4 settembre, esattamente a un mese dall'esplosione. In quella stessa giornata si è svolta la preghiera universale e il digiuno per il Libano indetti sempre dal Santo Padre.
Il sostegno delle Chiese locali
Nel frattempo numerose chiese del mondo hanno organizzato altri speciali momenti di preghiera e solidarietà su iniziativa delle Conferenza episcopali mentre le Caritas locali hanno avviato raccolte fondi per il Libano.
Coordinare i programmi di aiuti
In questa cornice domani, sabato 12 settembre, il segretario generale di Caritas Internationalis, Aloysius John, si reca in Libano per un viaggio che lo porterà ad incontrare le autorità religiose e i membri della Caritas locale e dell’ufficio regionale per il Medio Oriente, allo scopo di coordinare al meglio gli aiuti umanitari internazionali e i programmi di ricostruzione di case, scuole e ospedali, distrutti o danneggiati dall’esplosione.
Petrosillo: verificare i bisogni della popolazione
“Il primo scopo del viaggio è mostrare la vicinanza di Caritas Internationalis alla popolazione libanese, ma più in generale il segretario generale avrà l’occasione di verificare i bisogni della popolazione e gli aiuti in atto, al fine di renderli ancora più efficaci”. Così il direttore della Comunicazione di Caritas Internationalis, Marta Petrosillo, parla a Vatican News circa le motivazioni della visita di Aloysius che durerà fino a giovedì 17.
Volontari Caritas in prima linea
Aloysius John incotrerà il patriarca maronita, Il cardinale Béchara Boutros Raï, e mons. Michel Aoun, vescovo libanese di Jbeil-Byblos dei Maroniti. “Sarà molto importante agire insieme alla Chiesa locale – spiega Petrosillo – Caritas Libano ha un ufficio a Beirut che è stato colpito dall’esplosione, ma i suoi volontari si sono mobilitati per portare aiuto alla popolazione. Oltre 800 giovani sono al lavoro giorno e notte per aiutare la popolazione, vengono distribuiti circa 10.000 pasti al giorno e medicine. E’ garantita anche l’assistenza psicologica. I volontari hanno aiutato le persone anche a ripulire le loro case per farvi rientro là dove è stato possibile”.
La solidarietà dei donatori
Già prima delle esplosione le condizioni socio-economiche del Libano erano molto degradate a causa della crisi economica e dell’instabilità politica, come racconta ancora il direttore della Comunicazione: “Il 70% della popolazione ha in qualche modo bisogno di assistenza, il tasso di disoccupazione è cresciuto in modo esponenziale. A questo si aggiunge che oltre 140 scuole sono state danneggiate dall'esplosione e c’è un enorme bisogno d’aiuto, ma fortunatamente stiamo raccogliendo solidarietà dai nostri donatori”.
Le sanzioni alla Siria danneggiano anche il Libano
“Soprattutto in Europa la crisi libanese è stata sentita molto per via della vicinanza culturale con il Paese dei cedri – prosegue Petrosillo – Caritas ha fatto più volte appello anche a questo, ma servono delle misure anche da parte dei governi, tra queste anche la rimozione delle sanzioni alla Siria che influiscono negativamente sulla crisi libanese”. L’esponente di Caritas Internatinalis ha infine messo l’accento sull’importanza strategica del Libano come snodo per la distribuzione degli aiuti in tutto il Medio Oriente, un processo che ha subito effetti drammatici dalla crisi economica e dai problemi vissuti delle banche libanesi.
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