Alla Living Chapel di Roma, una Messa dedicata alla Laudato si’
Giada Aquilino - Città del Vaticano
Spirito di contemplazione, capacità di pentimento e conversione, volontà di agire. La cura della Casa comune passa anche attraverso questi atteggiamenti: lo ha messo in risalto stamani don Joshtrom Isaac Kureethadam, coordinatore del settore Ecologia e Creato del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, celebrando la Santa Messa alla Living Chapel dell’Orto Botanico di Roma, l’installazione architettonica ispirata alla Porziuncola di Assisi e alla Luadato si’ di Papa Francesco che unisce natura, arte e religione, fatta di piante, materiali riciclati e armonie musicali. Inaugurata nel giugno scorso, la “cappella vivente” ha ospitato oggi una riflessione a tutto tondo sul messaggio dell’enciclica del 2015.
L’evento
Nel pieno del Tempo del Creato, in corso fino al prossimo 4 ottobre, festa di San Francesco, e nell’anno speciale di anniversario della Laudato si’, l’evento è stato organizzato dal Programma Living Chapel, diretto dall’architetto paesaggista Consuelo Fabriani, e promosso dal medesimo dicastero vaticano, in collaborazione col Movimento Cattolico Mondiale per il Clima, rappresentato all’appuntamento dal direttore esecutivo Tomás Insua e dai Circoli Laudato si’. Presente anche una piccola delegazione della Chiesa evangelica battista di Centocelle.
La Messa all’Orto Botanico
Don Kureethadam, nel corso della celebrazione ricca di significati, simboli e colori, ha esortato ad ascoltare le “voci della natura” e a riflettere sui tanti bambini presenti all’Orto Botanico: “tutto quello che facciamo, anche la cura del Creato, è per il loro futuro”, ha ricordato. Nell’omelia, soffermandosi sull’odierno Vangelo di Matteo, il salesiano ha evidenziato l’urgenza di “tornare alla terra, al Creatore e ai nostri fratelli e sorelle”, a “camminare” con loro, con un pensiero ai più poveri, a coloro che soffrono la fame, ai migranti, alle “vite trafficate”.
Lode, canto e musica
Il rito è stato accompagnato - oltre che dal “canto degli uccelli” che popolano l’Orto Botanico, come hanno più volte sottolineato i partecipanti - anche dai cori polifonici San Giuseppe all'Aurelio e Cantabo Gaudium, che hanno intonato, tra gli altri, proprio il canto «Laudato si', mi' Signore».
Antonio Caschetto, coordinatore dei programmi italiani del Movimento Cattolico Mondiale per il Clima, ha proposto una riflessione sul Cantico delle Creature del Poverello d’Assisi. Ancora oggi, ha detto, “il Cantico delle Creature ci parla, come singoli, come comunità, come Movimento Cattolico Mondiale per il Clima, che connette tantissime associazioni, ordini religiosi, Conferenze episcopali, diocesi, parrocchie: più di 600 nel mondo”. “Il Cantico delle Creature - ha spiegato Caschetto - ha sempre una grandissima attualità: è una poesia, è una canzone stupenda che San Francesco compone nel pieno della sua sofferenza. Ma anche da una grande sofferenza, come per esempio il grido dei poveri, può nascere un canto di lode, una canzone d’amore rivolta dall’uomo al proprio Dio, al proprio Creatore”.
L’allestimento architettonico
La Living Chapel, il polmone verde sorto tra l’edilizia metropolitana, sia storica sia più recente, è stata realizzata a Roma per la prima volta al mondo: l’allestimento, portato avanti in primavera durante il lock down, è stato curato da Consuelo Fabriani con l’Università La Sapienza. L’idea originale è del musicista Julian Darius Revie, affidata alla progettazione di un team internazionale guidato dall’architetto Gillean Denny con la collaborazione di oltre 100 allievi della Pennsylvania State University. L’obiettivo del progetto è quello di sensibilizzare alla salvaguardia della Creazione anche attraverso nuove piantumazioni. Al termine della manifestazione infatti sono stati donati ai partecipanti alcuni giovani alberi per la creazione di Giardini Laudato Si’, a sostegno della One Trillion Tree Campaign e del movimento Faith for Earth delle Nazioni Unite, tra i partner dell’iniziativa assieme alla Fao. “C’è una catena che si sta mettendo in atto”, ha messo in luce l’architetto Fabriani: “noi adulti oggi possiamo trasmettere ai giovani una conoscenza e un’attitudine nei confronti dell’ambiente affinché siano proprio questi ragazzi a costruire qualcosa di migliore per le generazioni future”.
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