Il vescovo di Como: "Don Roberto, un padre per i poveri"
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
Il tono di Francesco cambia poco prima di congedarsi dalla piccola folla del Cortile San Damaso in Vaticano. La conclusione dell’udienza generale diventa il momento di una preghiera addolorata. Il Papa ha nel cuore la figura di don Roberto Malgesini, il “prete di strada”, quello che serviva gli “scartati” di Como, ucciso ieri da uno di loro con problemi di disabilità psichica.
Mi unisco al dolore e alla preghiera dei suoi familiari e della comunità comasca e, come ha detto il suo vescovo, rendo lode a Dio per la testimonianza, cioè per il martirio, di questo testimone della carità verso i più poveri. Preghiamo in silenzio per don Roberto Malgesini e per tutti i preti, suore, laici, laiche che lavorano con le persone bisognose e scartate dalla società.
Collaboratore della comunità pastorale Beato Scalabrini, prestava il suo servizio a Como San Rocco ed è lì che il vescovo - monsignor Oscar Cantoni - si è recato ieri appena appresa la notizia dell'omicidio di don Roberto Malgesini. "Questo nostro prete", ha detto il vescovo, che ha espresso "profondo dolore e disorientamento per quanto accaduto", ma anche "orgoglio" perchè don Roberto ha sempre lavorato in prima linea "fino a dare la sua vita per gli ultimi".
Il ritrovamento
Il corpo di don Roberto è stato trovato ieri mattina alle 7 nei pressi della canonica di San Rocco in centro a Como, dove alloggiava. Numerose le ferite da taglio, quella mortale al collo. Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, don Roberto stava iniziando il suo consueto giro di distribuzione delle prime colazioni quando, ancora sotto casa, ha probabilmente trovato l'assassino ad aspettarlo: un senza fissa dimora che il sacerdote conosceva, con il quale pare avesse buoni rapporti e al quale forniva assistenza. Ancora ignota la dinamica dell'aggressione per la mancanza di testimoni.
Un padre per i poveri
Sgomento tra le tante persone, molte delle quali straniere, che don Roberto quotidianamente incontrata e sosteneva. A decine hanno raggiunto il luogo del delitto per stare, in qualche modo, vicino a chi consideravano un padre. "Per i poveri è stato veramente un padre", afferma infatti monsignor Cantoni nell'intervista. Per lui, in quanto vescovo, don Roberto è stato invece un figlio: "Sì, è stato come un figlio e ci vedevamo spesso. Lui mi raccontava della sua attività - prosegue - facendo emergere le realtà più belle, perchè svolgeva questo suo ministero con gioia. Una vocazione nella vocazione".
La preghiera della comunità
Aprire il sito del settimanale della diocesi non è raccogliere dettagli sull'assassino o sulla vittima, ma, piuttosto, è cogliere lo sgomento e il pianto di un'intera comunità, che ieri sera, alle 20.30, si è radunata in cattedrale a pregare per la vittima e il carnefice.
Nato per servire
"Sacerdote da sempre accanto alle persone in difficoltà", hanno subito riportato le cronache, "schivo e defilato nello stile, non faceva mai mancare il suo sostegno a chi incontrava lungo la strada, costantemente e senza risparmio, al servizio di ogni forma di fragilità umana". Poche righe stracolme di gratitudine per un uomo, un prete, che a Como San Rocco serviva dal 2008. Nato nel 1969 a Morbegno, in provincia di Sondrio, dopo il diploma da ragioniere, lavora in banca per tre anni fino a maturare il desiderio di entrare in Seminario. Dopo l’ordinazione diaconale, il 6 settembre 1997, svolge i successivi mesi di ministero nelle comunità di Socco e Bulgorello, nella Bassa Comasca. Con l’ordinazione sacerdotale, il 13 giugno 1998, è nominato vicario parrocchiale a Gravedona. Un’esperienza che si chiude nel 2003 con il trasferimento a Lipomo e, nel 2008, a Como.
(Aggiornato il 16 settembre 2020)
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