Abusi, online i sussidi della Cei per formatori e operatori pastorali
Federico Piana - Città del Vaticano
Gli obiettivi sono chiari: essere strumenti di studio e approfondimento per quanti sono impegnati nell’ambito prevenzione ad ogni forma di abuso in ambito ecclesiale. I primi due sussidi pubblicati online dalla Conferenza episcopale italiana sono stati messi a punto dal Servizio nazionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili e hanno due titoli emblematici: ‘Le ferite degli abusi’ e ‘Buone prassi di prevenzione e tutela dei minori in parrocchia’. “Sono testi molto importanti perché rappresentano lo sforzo che stiamo facendo sul fronte della formazione. Abbiamo capito che l’arma migliore per combattere gli abusi è quella di costruire uno stile educativo sano nelle nostre comunità”, commenta don Gianluca Marchetti, membro di presidenza del Servizio di tutela della Cei.
Questi sussidi non sono stati scritti per gli esperti, giusto?
R. - Sì. Si rivolgono principalmente agli operatori pastorali, ai formatori ed agli educatori: tutte persone che nelle nostre parrocchie, nei nostri oratori e nei nostri centri giovanili, sono impegnate con le nuove generazioni.
Che poi sono loro che molto spesso, per primi, raccolgono i racconti drammatici delle violenze…
R. - Certo. Ed è per questo che è necessario che si formi una sensibilità corretta che non lasci spazio al sospetto ma al contrario faccia emergere il coraggio per proteggere i minori.
In che modo i sussidi aiutano queste persone a formarsi?
R. - Mi piace sottolineare una cosa: questi due documenti non nascono semplicemente da ambienti universitari o accademici ma dal confronto con persone che lavorano in frontiera, con persone che operano con vittime di abusi. Quando scrivono non seguono un manuale psicodiagnostico ma hanno davanti agli occhi l’esperienza concreta degli abusati. Questo li rende particolarmente preziosi.
I sussidi vanno ad affiancare le linee guida in difesa dei minori pubblicate lo scorso anno?
R. - Sì, le linee guida sono state rese pubbliche nel giugno del 2019. In meno di un anno, nonostante la triste vicenda della pandemia, la Chiesa italiana è stata in grado non solo di costituire un Servizio nazionale di tutela dei minori ma anche di istituire un Servizio regionale di tutela dei minori in ogni regione ecclesiastica, composto da un coordinatore e da un equipe di esperti. Ma non basta: in ogni diocesi è presente anche un referente per la tutela dei minori che ha il compito di guidare, accompagnare e sostenere una pastorale organica in favore dei minori e ricevere segnalazioni. Aggiungo un altro dato: sorrette dal Servizio nazionale di tutela, le diocesi stanno anche programmando l’apertura dei centri di ascolto. Di tutto questo bisogna essere davvero orgogliosi.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui