Spirito di Assisi, Sorrentino: “Quest’anno ispirati dall'enciclica Fratelli tutti"
Federico Piana- Città del Vaticano
Prima, in mattinata, l’evento in collegamento streaming tra numerosi giovani di diverse religioni che discuteranno sul tema ‘Fratelli tutti. Le religioni al servizio della fraternità nel mondo’ , nel pomeriggio poi , nel refettorio del convento della Porziuncola a Santa Maria degli Angeli, la preghiera interreligiosa per la pace che si svolgerà in presenza e, in contemporanea, sui social. Così Assisi celebra il trentaquattresimo anniversario dello storico incontro interreligioso di preghiera voluto da San Giovanni Paolo II il 27 ottobre del 1986 proprio nella Città del Poverello. Lo Spirito di Assisi si rinnova, spiega monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino.
Il tema di quest’anno è stato tratto dall’enciclica ‘Fratelli tutti’ sulla fraternità e l’amicizia sociale?
R.- Si, la nostra sarà una riflessione ed una preghiera che si intonerà a questo documento che Papa Francesco ha voluto firmare proprio ad Assisi. Sarà un evento molto importante.
Protagonisti di questo evento saranno soprattutto i giovani?
R.- Certamente, perché sono loro i pilastri del futuro e della pace. A confrontarsi, tra gli altri, ci saranno una giovane animatrice cristiana, una monaca induista e un ragazzo musulmano che si collegheranno con il resto del mondo in streaming ma loro saranno fisicamente presenti in un luogo estremamente simbolico: la sala della spogliazione dove San Francesco si spogliò di sé stesso più che dei suoi vestiti, per dimostrare che Dio merita tutto il nostro cuore.
Nel tardo pomeriggio, poi, ci sarà la preghiera interreligiosa…
R.- Si svolgerà alle 17 in un altro luogo emblematico della fraternità evangelica insegnata da San Francesco: il piccolo refettorio di Santa Maria degli Angeli. Anche qui, parteciperanno diverse espressioni religiose che daranno vita ad un altro momento importante da non sottovalutare perché ora abbiamo bisogno di un mondo più unito e fraterno.
Oltre a quest’evento, ogni mese la diocesi di Assisi è impegnata per la pace, giusto?
R.- Si. Alle nostre comunità cristiane e ai credenti di altre religioni, il 27 di ogni mese, viene affidato un tema di preghiera per la pace. E’ un’iniziativa che si sta lentamente diffondendo.
Secondo lei, che frutti ha portato lo storico incontro interreligioso di Assisi voluto da San Giovanni Paolo II?
R.- I frutti sono molto numerosi, non si possono quantificare. Innanzitutto, senza quella preghiera, le cose nel mondo oggi sarebbero peggiori. Lo Spirito di Assisi, come lo chiamò lo stesso Giovanni Paolo II, ha costruito e sta costruendo un atteggiamento di apertura, di accoglienza, di solidarietà, tra le religioni. Ovviamente, ciascuna tenendo ben ferma la propria identità: ciò che noi crediamo non va confuso e sciupato ma va testimoniato. Per esempio, per noi cristiani dire ‘fratelli tutti’ significa ricordare la maniera con cui Gesù ci ha spiegato la fraternità universale, venendo in mezzo a noi come il Figlio eterno di Dio che si fa carne e si fa fratello. Ma questo non ci impdisce di sentire la fraternità universale.
Ultimo aggiornamento 27.10.2020 ore 07.30
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