Tagle: il tempo del Creato ci ricorda che dobbiamo proteggerlo
Alessandro De Carolis – Città del Vaticano
“Ricordo molto bene e con gioia e gratitudine la celebrazione del Tempo del Creato nelle mie diocesi, la diocesi di Imus e l’arcidiocesi di Manila”. La memoria del cardinale Luis Antonio Tagle corre al passato più recente e meno, agli anni di ministero nelle Filippine e alla celebrazione di quel periodo che per i cristiani vuol dire cogliere Dio nella bellezza della creazione.
Custodi, non proprietari
In un video registrato prima della positività al Covid-19, il prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e presidente di Caritas Internationalis rilancia l’invito a unirsi “alla Chiesa universale per celebrare il tempo del Creato”, che va dal primo settembre al 4 ottobre, festa di S. Francesco. “È un tempo liturgico – spiega – per celebrare nella preghiera e specialmente dell’Eucaristia la bontà del Creato, segni della generosità e dell’amore di Dio. È anche un invito a riscoprire la nostra vocazione di custodi del Creato. Molto spesso diventiamo proprietari, ci comportiamo da proprietari e dimentichiamo di essere custodi”.
A una sola voce
Si tratta di un tempo per i cristiani da celebrare “a una sola voce”, ma non è un tempo solo per i cristiani. “È una celebrazione – sostiene il cardinale Tagle – con un chiaro messaggio sociale ed ecologico” poiché, dice con chiarezza, il modo con cui ci occupiamo del Creato dimostra “il nostro atteggiamento nei confronti della vita e degli esseri umani”. E dunque, conclude, viviamolo “celebrando l’interconnessione nella famiglia del Creato e in quella umana, specialmente con i poveri”.
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