Insegnante ucciso. I vescovi, attacco a libertà, uguaglianza e fraternità
Isabella Piro - Città del Vaticano
Al grido di “Allah Akhbar”, Samuel Paty è stato decapitato davanti alla sua scuola da un giovane di 18 anni, nato a Mosca, che è stato poi abbattuto dalla polizia. Nei giorni scorsi, tenendo una lezione sulla libertà di espressione, il professor Paty aveva mostrato in classe le vignette di Maometto pubblicate dalla rivista “Charlie Hebdo”, in occasione del processo contro i responsabili della strage del 7 gennaio 2015. “Portiamo Samuel Paty nelle nostre preghiere - scrive Monsignor Aumonier - insieme alla sua famiglia, i suoi colleghi, i suoi studenti e tutti coloro che questo atto deplorevole ha ferito in profondità”.
Una preghiera comune per l’educazione alla fraternità
Di qui, il richiamo del presule alla fraternità, quella invocata dall’Enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”: “La fraternità ha qualcosa di positivo da offrire alla libertà e all’uguaglianza. Che cosa accade senza la fraternità consapevolmente coltivata, senza una volontà politica di fraternità, tradotta in un’educazione alla fraternità, al dialogo, alla scoperta della reciprocità e del mutuo arricchimento come valori? Succede che la libertà si restringe, risultando così piuttosto una condizione di solitudine, di pura autonomia per appartenere a qualcuno o a qualcosa, o solo per possedere e godere” (103).
L'invito del vescovo di Versailles
In quest’ottica, il vescovo di Versailles esorta “i credenti di tutte le religioni”, ma anche “i non credenti” ad “unirsi urgentemente a questo servizio di educazione alla fraternità che apparteneva alla vocazione del Signor Paty”. “Invitiamo tutte le parrocchie della diocesi - conclude la nota - a pregare per questa intenzione durante le Messe di domenica prossima”
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