#Fratellitutti, monsignor Desfarges: un testo speciale per la Chiesa algerina
Lisa Zengarini - Città del Vaticano
Una fonte di speranza che “restituisce all’umanità la sua coscienza” e una ulteriore tappa nel cammino verso la fratellanza, proposto dalla Documento sulla fratellanza umana firmato da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad al-Tayyeb. Così monsignor Paul Desfarges, arcivescovo di Algeri, commenta, in un’intervista all’agenzia I.Media, la recente enciclica “Fratelli tutti”. Un documento che tocca da vicino il presule gesuita francese che lavora da 50 anni in Algeria e che vive quindi nella quotidianità l’esperienza del dialogo interreligioso in questo Paese musulmano, dove i cattolici sono ormai una comunità quasi completamente esogena.
Lo spazio del dialogo
“Questo testo ci parla in un modo speciale, poiché si riferisce molto chiaramente all'opportunità di un dialogo con i musulmani”, afferma l’arcivescovo nell’intervista, in cui evidenzia la piena sintonia tra Papa Francesco e il Grande Imam sunnita per promuovere la fratellanza universale: “È un impegno comune che si esprime ancora una volta”. In questo senso, l’enciclica è un motivo di speranza, “è il segno della prosecuzione di un cammino della fratellanza”, dice l’arcivescovo di Algeri. Un cammino - sottolinea - che è da sempre parte integrante della vita e della missione della Chiesa in Algeria: “Per noi si tratta di mantenere l'esistenza di una Chiesa in relazione, presente e, se possibile, fraterna con i nostri fratelli e sorelle musulmani. Quello che ci dice il Papa è che la Chiesa non è lì per se stessa, ma per ‘andare incontro’ (…), che viviamo come credenti in un Dio che è benevolo verso le sue creature, che siamo fratelli e possiamo vivere come tali”.
Il legame con de Foucauld
Per monsignor Desfarges, inoltre, il fatto che il Papa abbia scritto di essersi ispirato al Beato Charles de Foucauld per il suo documento è importante “perché il rapporto con l'altro, intenso e pieno” che il futuro santo “ha vissuto fino alla fine è ciò che dà vita alla fratellanza e fa vivere più pienamente la Chiesa”. Interrogato, infine, sugli “effetti” di questo sforzo di Francesco per costruire un ponte di fratellanza, l’arcivescovo di Algeri, ha osservato che, anche se è presto per valutare, la firma del Dichiarazione comune da parte della più alta autorità sunnita, è di per sé un “gesto molto forte”: “Mi colpisce vedere prese di posizione così ferme soprattutto contro la violenza terroristica. Ad esempio l’affermazione ‘Dio si difende da solo’, è una di quelle che vanno ricordate oggi. Molti musulmani vogliono questo: un Islam conviviale e di dialogo”, conclude il presule.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui