Fratelli tutti. Per il Primate anglicano Welby, l’enciclica parla a tutti
Lisa Zengarini – Città del Vaticano
Continuano le reazioni all’Enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti” sulla fraternità e l’amicizia sociale. In un commento pubblicato in questi giorni, il Primate della Comunione Anglicana Justin Welby evidenzia il respiro ecumenico del testo che lo rende condivisibile “anche da parte dei non credenti” e la sua ricchezza di analisi sulle questioni più pressanti del nostro tempo”. Il Papa “intreccia i temi dell'individuo e del sociale sottolineandone la loro necessaria interdipendenza e rifiutando gli opposti estremismi dell'individualismo e del collettivismo sociale in quanto contrari alla vera dignità e ai diritti di tutti gli esseri umani”, osserva l’arcivescovo di Canterbury. “La sua è una voce autentica e chiaramente cristiana che non è né catturata dall'individualismo della cultura né prigioniera dei sogni del collettivismo sociale”.
Documento premuroso e gioioso
Secondo il reverendo Welby, il documento è a un tempo “premuroso e gioioso”. Premuroso, perché sottolinea “l’importanza e l’urgenza” di temi come i cambiamenti climatici, la solidarietà, la migrazione, la tratta di esseri umani e la dignità del lavoro. Gioioso, perché “traccia il disegno di un futuro possibile del mondo che è olistico”, incentrato sulla dignità di ogni essere umano in quanto creatura di Dio. “Quella proposta da Francesco – evidenzia il Primate Welby - è una visione di relazioni umane, sociali e internazionali sane basate sull’attenzione per l’altro, sull'ascolto, sulla condivisione e sull'apertura a nuove idee ed esperienze, che rifiuta la crescente tendenza degli individui e delle società a chiudersi nei bunker di ciò che è familiare e delle nostre sicurezze”. Welby conclude quindi esprimendo il vivo auspicio che l'enciclica non solo venga letta ma ispiri l’azione dei leader mondiali.
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