India. Sciopero della fame per rivendicare i diritti delle istituzioni educative cristiane
Anna Poce - Città del Vaticano
Lo scopo della protesta – ha precisato monsignor Maria Calist Soosa Pakiam, arcivescovo di Trivandrum – non è chiedere un "favore speciale allo Stato”, ma chiedere che vengano tutelati i nostri diritti costituzionali.
Oltre 5000 le scuole gestite
Le chiese cristiane gestiscono, infatti, circa 5.000 scuole delle 13.000 dello Stato e più della metà ha diritto ai finanziamenti governativi per pagare gli stipendi a un certo numero di insegnanti. Per cinque anni, più di 3.000 insegnanti, in istituti scolastici diretti dalla Chiesa, non sono stati pagati, ha aggiunto monsignor Pakiam, definendo questo atto come un "atto di crudeltà", soprattutto in tempo di pandemia.
Le intrusioni del governo
Padre Charles Leon, segretario della Commissione episcopale per l’educazione cattolica che copre tutte le 32 diocesi dello Stato, ha invece riferito come il governo abbia cercato di intromettersi anche nella nomina degli insegnanti, cercando “di acquisire il diritto di nominare il 50 per cento del personale docente nelle scuole gestite dalla Chiesa e in altre scuole gestite da minoranze", violando le disposizioni costituzionali.
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